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Infradito: gioie e dolori per i nostri piedi

E’ arrivato il primo grande caldo e la voglia di libertà coinvolge anche i nostri piedi. Al via le scarpe aperte o il poter “ciabattare” ovunque e allegramente con le infradito: certamente in spiaggia, ma anche al supermercato o gironzolando per negozi.

Nei mesi più caldi sono molto diffuse, se ne trovano di tutte le fogge e di diversi materiali. E se la loro comodità è indubbia, fanno bene la salute dei nostri piedi?

Ecco i consigli del dottor Nicola Del Bianco, ortopedico del Centro di Chirurgia del Piede di Humanitas Mater Domini.

Infradito: comode o pericolose?

Indossando le infradito, come unico punto di aggancio alla calzatura il piede ha solo la stringa fra l’alluce e il secondo dito. Per non perdere aderenza alla ciabatta, dunque, si trova costretto a flettere le dita in una posizione a tenaglia. Una costante contrattura che, con il passare del tempo, non coinvolge solo le dita del piede, ma anche tutta la muscolatura della gamba, portando ad una maggiore affaticabilità muscolare o addirittura a dolorose tendiniti.

“Teoricamente, le infradito non sono particolarmente dannose in un piede conformato anatomicamente sano. Occorre però non dimenticare che i piedi sono da ritenersi “difettosi” anche se non vengono comunemente ritenuti tali perché asintomatici. E sono la maggioranza dei casi. In questa evenienza, le infradito accentuano il difetto presente. Alcune conformazioni del piede risultano talmente comuni da essere considerate para-fisiologiche e ne consegue una mancanza di attenzione alle calzature. Camminando con le infradito, deambulando quindi senza sostegno al piede, si sviluppano delle vere e proprie patologie”, spiega lo specialista.

È questo il caso del piede cavo, molto comune nelle donne, dove la fascia plantare che chiude l’arco del piede si comporta come la corda tesa di un arco: camminare a lungo sottoponendo questa corda a continuo stress, come avviene in una calzatura senza tacco, porta all’infiammazione di questa “corda”, provocando la fascite plantare ed accentuati dolori al tallone.

Altro caso è il piede pronato, ossia un piede che “cade internamente”: si appoggia a terra con il margine interno, con l’apparente scomparsa dell’arco plantare.

“In entrambi i casi, oltre alla fascite plantare, si può manifestare una facile affaticabilità della pianta del piede e del suo margine interno. A questo corrisponde anche un assetto errato delle ginocchia che, cadendo all’interno, convergono l’una verso l’altra con possibili dolori”, afferma lo specialista.

Da queste evidenze si comprende come, indossando le infradito, tutta la postura risulti alterata con un’andatura completamente squilibrata. Risulterà alterato e patologico anche il carico sull’ossatura del piede che, sbilanciato, a lungo andare può portare ad uno stress osseo che può arrivare fino alle cosiddette fratture metatarsali da fatica. Spesso trascurate perché, in assenza di un trauma vero e proprio, non ne siamo consapevoli e quindi non vengono diagnosticate.