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Russare rovina la qualità del sonno?

Non si sa esattamente per quale motivo, ma spesso il russare viene erroneamente identificato con un sonno ristoratore. In realtà, la roncopatia non è sinonimo di “riposo”, ma tutt’altro.

“Il russare è considerato un vero e proprio disturbo, molto diffuso tra la popolazione. Colpisce sia adulti che bambini e può essere legato a problematiche respiratorie, anche gravi. Proprio per questo motivo richiede una cura dedicata e personalizzata, soprattutto se connessa all’apnea ostruttiva del sonno (OSAS), cioè un’interruzione transitoria della respirazione, dovuta alla chiusura delle vie aeree superiori”, afferma il dottor Alessandro Bianchi, otorinolaringoiatra presso il Centro di Roncopatia di Humanitas Mater Domini.

L’effettiva riduzione di ossigeno nel sangue e nel cervello, quindi, provocano casi di risvegli notturni, interrompendo bruscamente il sonno ed il riposo. Il tutto incide negativamente sullo stato psico-fisico del roncopatico.

Gli effetti del russare

“Senso di spossatezza, stanchezza cronica diurna, mal di testa, difficoltà a mantenere alta la concentrazione, possono essere alcuni degli effetti del russamento e delle apnee ostruttive notturne. Il russare e le apnee ostruttiva del sonno (OSAS) possono essere aggravate anche da uno stile di vita poco sano, caratterizzato da sovrappeso, consumo smisurato di alcool e il vizio del fumo”, spiega il dottor Alessandro Bianchi.
Per ridurre l’insorgenza di apnee, sono consigliati alcuni piccoli accorgimenti:

  • rialzare la testa dal letto di circa 5-10 cm.
  • dormire di lato con un cuscino dietro la schiena
  • evitare l’assunzione di farmaci e/o sedativi per dormire

In ogni caso, è fondamentale rivolgersi ad uno specialista che possa eseguire una visita atta ad individuare la presenza di apnee, riconoscendone le cause e studiando un trattamento e una cura personalizzata.

Roncopatia: come avviene la diagnosi e quali gli esami

In seguito ad una visita specialistica che individua la presenza o meno di disturbi respiratori ostruttivi del sonno, può essere necessario eseguire alcuni esami di approfondimento, per confermare la diagnosi iniziale. I due principali esami principali

  • Polisonnografia. Si tratta di un esame che monitora il sonno del paziente ed è in grado di rilevare la presenza di apnee, ossigenazione del sangue, attività cardio-respiratorie, e altri dati utili allo specialista.
  • Sleep Endoscopy. Un sonno indotto permette di visualizzare i punti di russamento e di ostruzione respiratoria.