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Sindrome di Wolff-Parkinson-White


Che cos’è la Sindrome di Wolff-Parkinson-White?

In condizioni fisiologiche la conduzione dell’impulso elettrico dagli atri ai ventricoli percorre un’unica via elettrica, costituita dal nodo atrio-ventricolare e fascio di His. Il nodo atrio-ventricolare ha caratteristiche elettrofisiologiche di conduttività e di refrattarietà tali da costituire un ottimo filtro in grado di regolare il numero degli  impulsi atrial condotti ai ventricoli, riducendo le frequenze cardiache eccessivamente elevate e potenzialmente pericolose.

In alcuni casi esistono vie di conduzione dette accessorie (VA) tra atri e ventricoli che possono essere localizzate in diverse posizioni a livello degli anelli valvolari atrio-ventricolari. Per le loro caratteristiche elettrofisiologiche, simili alle cellule del muscolo cardiaco comune, queste vie accessorie non svolgono la funzione di filtro e in certi casi possono condurre gli impulsi atriali ai ventricoli a frequenze estremamente elevate.

Durante il ritmo sinusale una via accessoria si manifesta all’elettrocardiogramma con la presenza di una forma particolare detta “onda delta”. Se la presenza di una via accessoria si associa ad episodi di palpitazione si parla di Sindrome di Wolff-Parkinson-White (WPW). Le palpitazioni possono dipendere da “aritmie da rientro”, ossia aritmie determinate da un cortocircuito in cui l’impulso generalmente raggiunge i ventricoli attraverso il normale nodo AV e rientra negli atri attraverso la via accessoria percorsa in senso retrogrado.

L’aritmia persiste fino a quando una delle due vie (nodo AV o via accessoria) non diventa incapace di condurre l’impulso. In altri casi la via accessoria non determina l’innesco di aritmie da rientro, ma è responsabile della conduzione in senso anterogrado (da atrio a ventricolo) di aritmie molto rapide quali fibrillazione atriale e flutter atriale. In tal caso la frequenza ventricolare risultante può essere molto rapida (> 250 battiti al minuto) e mettere a rischio la salute del paziente.

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