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Sepsi: un biomarcatore nel sangue per identificare la gravità della malattia

Responsabile: Fiorentina Frattolillo

La sepsi è una condizione medica grave, caratterizzata da una risposta infiammatoria eccessiva dell’organismo ad un’infezione. Se non diagnosticata in tempo può risultare fatale per il paziente.

Esiste un biomarcatore rilevabile nel sangue che consente di stabilire la gravità e il decorso della sepsi in modo tempestivo? Fiorentina Frattolillo, Risk Manager, insieme al Responsabile dell’Anestesia, il dottor Enrico Barbara e la dottoressa Gaia Recca, componente dell’unità operativa di Anestesia e Rianimazione, la Responsabile del Laboratorio Analisi, la dottoressa Marta Noemi Monari e Isabella Dambrosio, Project Manager Direzione Sanitaria, hanno deciso di trovare risposta a questa domanda.

L’obiettivo dello studio è quello di indagare la capacità del biomarcatore MR-proADM di riconoscere in modo precoce la sepsi e lo shock settico, verificando se a livelli più alti di MR-proADM corrisponda un’infezione più intensa. Valutare i livelli di MR-proADM potrebbe avere un ruolo chiave nella gestione della terapia antibiotica, per aiutare a decidere quando iniziare, sospendere oppure intensificare la terapia in base al rischio clinico del paziente. Un calo dei livelli di questo biomarcatore durante il trattamento antibiotico può indicare una buona risposta clinica, mentre livelli elevati o in aumento possono indicare una risposta inadeguata e la necessità di rivalutare la terapia. 

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