COME TI POSSIAMO AIUTARE?

Centralino
0331 476111

Se hai bisogno di maggiori informazioni contattaci telefonicamente

ANNULLARE UNA PRENOTAZIONE
0331 476210

Lasciare un messaggio in segreteria telefonica sempre attiva.

Prenotazione
0331 476210

In convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, privato e assicurato.

Centro odontoiatrico
0331 476336

Pubalgia


La pubalgia è una malattia che si manifesta con un dolore nella zona pubica, inguinale o all’interno coscia. A soffrirne, sono spesso gli sportivi, ma anche persone che, pur non svolgendo attività motoria impegnativa nel corso della quotidianità, incorrono in movimenti che condizionano dolori acuti in sede pubica o della piega inguinale.

Quali sono le cause della pubalgia?

Le cause della pubalgia possono essere:

  • pregressi traumi a carico del bacino o del ginocchio
  • limitazioni articolari congenite e o degenerative
  • malattie a carico del piede
  • alterazioni della curva della colonna vertebrale
  • alterazioni della muscolatura dell’addome a seguito di interventi chirurgici
  • sovraccarico muscolare conseguente a disfunzioni della postura.

Spesso l’impiego di calzature non adeguate e traumi del piede e della gamba, possono far emergere alterazioni del modo di camminare, esponendo la muscolatura a stiramenti anomali, causa della reazione infiammatoria.

Quali sono i sintomi della pubalgia?

Il principale sintomo della pubalgia è il dolore. Nelle forme lievi, si manifesta al risveglio o all’inizio degli esercizi fisici, tendendo poi a scomparire dopo il riscaldamento. Nelle fasi più gravi della patologia, il dolore può apparire anche in modo improvviso, durante lo svolgimento dell’attività sportiva, tanto da impedirne la continuazione o rendere difficile la stessa deambulazione.

La Classificazione

La pubalgia può essere di 3 tipologie differenti:

  • malattia degli adduttori
  • osteo-artropatia pubica
  • sindrome della guaina del retto femorale

La diagnosi è affidata allo specialista ed è condizionata dal tipo di dolore, dalla distribuzione e dai sintomi associati.

  1. Malattia degli adduttori: a soffrirne sono le strutture muscolari e tendinee della zona pubica, costantemente sottoposte a continue situazioni di sovraccarico che possono provocare infiammazione ed alterazioni della sua normale funzionalità. Se questa condizione si cronicizza, può coinvolgere l’architettura della articolazione, formando delle microcalcificazioni.Nel caso dei muscoli adduttori della coscia (muscoli che servono a chiudere gli arti inferiori), l’infiammazione è provocata da movimenti veloci di aggiustamento posturale durante i quali può avvenire uno stiramento e conseguire un microtrauma, quindi un’infiammazione locale e dolore. Il dolore nella parte interna della coscia è uno dei sintomi caratteristici, così come quello in apertura e chiusura della coscia. Uscire dall’auto o togliersi i pantaloni, sono un esempio.
  2. Osteo-artropatia pubica: questa forma di pubalgia è caratterizzata da artrosi della sinfisi pubica (formazione fibro cartilaginea interposta fra due emibacini) e può essere generata da condizioni di sovraccarico come conseguenza ad iper sollecitazioni croniche ripetute (in particolare in ambiente sportivo, lavorativo o per ragioni costituzionali e traumatiche). La sintomatologia è caratterizzata da dolore in sede pubica che si accentua durante il movimento (salire le scale, tosse, starnuti, movimenti coinvolgenti un arto che fa da perno) .
  3. Sindrome della guaina del retto femorale: è conseguente ad un trauma (microlesione della fascia superficiale ed irritazione del nervo perforante superficiale).

La pubalgia e la gravidanzaLa pubalgia può anche verificarsi nel corso di una gravidanza (Sindrome dell’anello pubico o Sindrome di Lacomme), in particolar modo dopo il VI mese.Il bacino femminile deve adeguarsi alla crescita del nascituro, la sinfisi pubica può subire una progressiva diastasi (allontanamento delle superfici articolari) sia indotte dalle modificazioni ormonali, sia legate al progressivo adattamento delle strutture anatomiche (cause meccaniche e neuromuscolari). I sintomi sono: dolori localizzati nella regione pubica e nella parte interna della coscia associati a mal di schiena. L’origine di questo dolore è da ricondurre all’aumento del peso del nascituro e al progressivo spostamento in avanti del baricentro, dall’aggiustamento in antiversione (movimento del bacino in cui la parte superiore si arretra il coccige si alza, la curvatura lombare aumenta), dai movimenti in nutazione del bacino (apertura della parte inferiore del bacino), con conseguente allontanamento della superfici articolari della sinfisi pubica.Un sollievo può essere generato dal praticare con costanza esercizi di rilassamento muscolare soprattutto in acqua, nel non mantenere per tempi lunghi la stazione eretta, nell’assunzione di una postura simmetrica delle gambe (es. durante la pratica lavorativa) e, durante il riposo notturno, posizionando un cuscino in mezzo alla gambe. In fase acuta, il dolore può essere alleviato dall’assunzione di antinfiammatori (solo dopo prescrizione medica ) e da un eventuale trattamento fisioterapico (in relazione a  possibile mal posizione della colonna). La  sintomatologia tende a regredire fino a scomparire dopo qualche settimana dal parto, venendo meno la causa generata dal peso del nascituro e dalla distensione addominale conseguente.

La Diagnosi

La diagnosi della pubalgia avviene durante una visita specialistica fisiatrica, si basa, dunque, sull’osservazione clinica (sede, tipologia e modalità dell’esordio del dolore).

A seconda del caso, il medico può richiedere esami di approfondimento come: la radiografia del bacino, l’ecografia e, se necessario, la risonanza magnetica.

I Trattamenti

Per la pubalgia non esistono farmaci specifici. Se il trauma è avvenuto da poco tempo, per prima cosa sono consigliati impacchi freddi e il riposo.

In seguito, possono risultare efficaci gli antinfiammatori e una terapia antinfiammatoria locale (es. pomate antinfiammatorie e cerotti medicati).

Per attenuare il dolore e ridurre lo stato infiammatorio, è molto utile sottoporsi alla Tecarterapia. Sono un’alternativa il trattamento mediante Tens, ultrasuoni o laser terapia. Il trattamento mediante Onde d’Urto, in particolare, è efficace quando il dolore dura da lungo tempo. Il trattamento (tre sedute diluite in tre settimane), infatti, restituisce un naturale apporto di sangue ai tessuti infiammati e favorisce il graduale riassorbimento delle eventuali deposizioni calcifiche.

Successivamente, è importante rieducare il muscolo alla funzione tramite esercizi di stiramento (stretching) e rinforzo muscolare.

Da evitare è l’attività sportiva per il periodo successivo al trauma. I tempi di ripresa sono dipendenti dal caso specifico.

La Prevenzione

Vi sono indicazioni che indirettamente possono prevenire la sintomatologia dolorosa (calzature adeguate, evitare attività sportive su superfici troppo dure, ecc.) e indicazioni rieducative/riabilitative orientate al recupero di un assetto posturale corretto (in particolare del tratto lombare e del bacino).

Questo testo è stato redatto dagli specialisti di Humanitas Mater Domini. Nessuna parte di esso può essere in alcun modo riprodotta per terze parti o da queste utilizzata. Autore: Dr. Vittorio Da Pieve Data di pubblicazione: 27/02/2015