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Squilibrio Sagittale (Sagittal Imbalance)


La colonna vertebrale è costituita frontalmente da una colonna dritta e, lateralmente, da curve fisiologiche chiamate lordosi cervicale, cifosi toracica e lordosi lombare. Quando queste curve fisiologiche vengono alterate possono presentarsi dolori. Inizialmente sono muscolari, per uno scorretto utilizzo dei muscoli del tronco, successivamente un sovraccarico delle varie strutture può portare ad un invecchiamento precoce della colonna vertebrale.

L’invecchiamento della colonna vertebrale è caratterizzato dall’artrosi delle faccette articolari che divertano ipertrofiche, dalla degenerazione del disco intervertebrale con il presentarsi delle discopatie ed eventuali protrusioni ed ernie del disco, da un rimodellamento osseo artrosico vertebrale con formazione di osteofiti e stenosi del canale e da un’atrofia dei muscoli erettori della colonna vertebrale. Queste alterazioni possono causare una progressiva riduzione della lordosi lombare fino ad arrivare ad una inversione della curva, con conseguente cifosi progressiva della colonna lombare ed il rischio di sviluppare progressivamente uno Squilibrio Sagittale, detto anche “Sagittal Imbalance”. Ne deriva che spesso i pazienti con lombalgia cronica e malattia degenerativa lombare presentano alterazioni dell’equilibrio sagittale. Durante tale processo la colonna vertebrale mette in atto dei meccanismi di compenso che all’inizio permettono di limitare le conseguenze della ridotta lordosi lombare mantenendo l’equilibrio della colonna vertebrale sul bacino ma che, nell’ultimo stadio della patologia, non sono abbastanza efficienti per mantenere l’equilibrio sagittale.

I meccanismi di compenso si sviluppano a livello della colonna vertebrale, del bacino e degli arti inferiori:

  • Colonna cervicale: a livello cervicale può realizzarsi un’iperlordosi compensatoria. L’iperestensione del rachide cervicale è un tipico meccanismo compensativo, al di sopra di un’ipercifosi toracica, per mantenere l’orizzontalità dello sguardo. Questa iperlordosi, può portare dolore al collo, accelerazione delle alterazioni degenerative della colonna cervicale con stenosi foraminale e rischio di sviluppare una mielopatia cervicale
  • Colonna dorsale: a livello dorsale si assiste inizialmente ad una riduzione della cifosi toracica che consente di limitare la caduta in avanti del tronco ed è generalmente tipica nei pazienti giovani, con colonna vertebrale ancora flessibile. Invece, quando la colonna vertebrale è rigida, come accade in pazienti anziani, non è possibile per il paziente ridurre l’entità dell’ipercifosi ed ecco che il paziente si piega in avanti
  • Colonna lombare: a livello lombare vi sono sollecitazioni sulle strutture posteriori della colonna vertebrale, con il rischio di creare instabilità vertebrali con retrolistesi e un’accelerata artrosi delle faccette articolari. La retrolistesi, cioè lo scivolamento posteriore della vertebra superiore in riferimento alla vertebra inferiore, spesso provoca un grave restringimento dei forami con stenosi foraminale e più raramente una stenosi del canale centrale
  • Bacino: qui il meccanismo di compensazione che si attiva è l’inclinazione indietro del bacino (retroversione del bacino), che avviene con la rotazione del bacino attorno alle teste del femore, aumentando così la distanza del sacro dalla testa femorale. Questo meccanismo consente di compensare inizialmente la flessione anteriore del tronco
  • Flessione del ginocchio: è un meccanismo di compenso per i pazienti con grave alterazione degenerativa della colonna vertebrale, a causa della sua rigidità e per mantenere lo sguardo orizzontale
  • Estensione della caviglia: in casi di compenso con rotazione del bacino e flessione del ginocchio, si assiste spesso anche all’estensione dell’articolazione della caviglia.

Diventa, quindi, importante mantenere una vita quotidiana sana, praticando attività fisica per stimolare i muscoli al corretto funzionamento, il mantenimento di una corretta postura nei vari momenti della giornata (a casa, al lavoro, nel tempo libero), eseguendo sforzi fisici in posizioni corrette per evitare  sovraccarichi delle varie strutture che porterebbero ad un precoce invecchiamento della colonna vertebrale. Importante è non trascurare i piccoli campanelli d’allarme del corpo: i dolori cronici, anche se non esagerati, devono essere rimossi perché possono essere il campanello d’allarme di un iniziale scompenso. È consigliato, quindi, rivolgersi ad uno specialista per un’attenta analisi clinica ed eventuale trattamento. Quando lo scompenso comporta un’importante rigidità, il trattamento conservativo con terapia medica,  fisioterapia ed eventuale corsetto, può non essere sufficiente al recupero completo, per cui potrà essere necessario un intervento chirurgico.

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