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Amenorrea: da cosa dipende?

L’amenorrea è definita come assenza o interruzione del ciclo mestruale.

Da non confondere con l’interruzione del ciclo secondaria al concepimento, e quindi alla gravidanza e all’allattamento, l’amenorrea può osservarsi nell’adolescente che non ha avuto ancora il ciclo mestruale (amenorrea primaria) o, più di frequente, nella donna in età fertile che ha avuto un ciclo mestruale interrotto (amenorrea secondaria) e nella menopausa (amenorrea definitiva), ovvero la fine del periodo fertile e le modificazioni indotte dalla cessata attività ormonale ovarica. 

Da cosa dipende e quando bisogna rivolgersi al medico? Lo abbiamo chiesto alla dott.ssa Greta Garofalo, ginecologa di Humanitas Mater Domini.

Quali sono le cause dell’amenorrea?

Le cause dipendono dal momento in cui si presenta l’amenorrea:

Nell’amenorrea primaria dove il menarca (prima mestruazione) non è ancora avvenuto al compimento del 16 anno di età – la causa può essere riconducibile alla presenza di anomalie genitali congenite, ovvero malformazioni genitali, ad anomalie anatomiche di vagina, utero, ovaie, tube, o ad alterazioni cromosomiche genetiche (Sindrome di Turner).

Nell’amenorrea secondaria – interruzione del ciclo mestruale in qualunque età della donna fino alla menopausa – le cause possono essere diverse: eccessiva perdita di peso (spesso da diete non bilanciate) oppure obesità; situazioni di eccessivo stress (sia psichico che fisico, come spesso accade nelle atlete sottoposte a intensissimi programmi di allenamento); assunzione di alcuni farmaci come antipsicotici o antidepressivi, chemioterapici; alcuni tipi di contraccettivi ormonali.

Altre cause frequenti di amenorrea secondaria sono alcune alterazioni ormonali, come l’ovaio policistico, iper e ipotiroidismo, tumori benigni dell’ipofisi (prolattinoma) e menopausa precoce; tuttavia, anche ripetuti raschiamenti uterini che causano aderenze all’interno dell’utero possono portare alla scomparsa del flusso mestruale.

Quali sono i sintomi dell’amenorrea?

Oltre all’assenza del sanguinamento mestruale possono essere presenti sintomi dermatologici, come acne, cute e capelli grassi, ipertricosi (aumento della peluria sul corpo e sul viso), perdita di capelli; sintomi extragenitali, come la fuoriuscita dai capezzoli di liquido lattiginoso (galattorrea); infertilità.

Se l’amenorrea dura a lungo, inoltre, possono presentarsi problemi simili a quelli associati alla menopausa, come vampate di calore, secchezza vaginale, riduzione della densità ossea (osteoporosi), disturbi cardiovascolari, che insorgono a causa del basso livello di estrogeni.

Aspettare che il ciclo torni o rivolgersi al medico?

L’amenorrea prolungata nel tempo (più di 3-6 mesi) non è solo un disturbo del ciclo mestruale, ma può condurre a un maggiore rischio di sviluppare complicanze da alterazione della quantità di ormoni circolanti (aumentato rischio cardiovascolare, alterazioni della struttura delle cartilagini e del metabolismo osseo con osteopenia prima e osteoporosi poi, alterazione delle funzioni cerebrali, ecc.).

Cosa può fare il ginecologo per l’amenorrea?

Durante la visita ginecologica, che deve sempre includere anche l’ascolto della donna e la raccolta dell’anamnesi, il ginecologo, per indagare la causa dell’amenorrea, esegue anche l’ecografia pelvica che permette di studiare utero e ovaie. In genere, vengono anche prescritti esami del sangue per analizzare i livelli di alcuni ormoni, oppure eventuali esami diagnostici di secondo livello (isteroscopia, risonanza magnetica della pelvi) per indagare la presenza di patologie malformative genitali, o dell’area cerebrale della ghiandola ipofisaria.

Una volta diagnosticata la causa dell’amenorrea, il trattamento è finalizzato al ripristino del ciclo mestruale spontaneo. Questo può includere la stimolazione follicolare, come nell’amenorrea anovulatoria nelle donne che desiderano avere figli o la terapia farmacologica ormonale, nel caso di disturbi tiroidei o endocrinologici.

Rimane di fondamentale importanza seguire un corretto stile di vita e ricorrere, solo in casi selezionati, alla chirurgia specialistica di settore, per la correzione, oggi prevalentemente endoscopica, delle anomalie genitali congenite.

Fonti:

AIGE (associazione italiana di ginecologia endocrinologica)

SIGO (società italiana di ginecologia e ostetricia)

SIC (società italiana di contraccezione)

Ginecologia e Ostetricia