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Caffeina: può avere effetti collaterali?

Usato come sveglia e fonte di energia, il caffè contiene la caffeina, sostanza naturale capace di stimolare il sistema nervoso centrale e far sentire chi la beve più lucido e meno stanco. Ma, quanti ne possiamo consumare? L’eccesso di caffeina può avere effetti collaterali nelle persone ansiose? Scopriamolo con la dottoressa Laura Carabelli, Dietologa presso Humanitas Mater Domini e Humanitas Medical Care Arese e Lainate.

Quali sono gli effetti collaterali dell’abuso di caffeina?

La caffeina che assumiamo non deriva solo dal caffè, ma anche da bevande a base di cola e dal tè. Genera il suo effetto stimolante dopo circa 15/30 minuti ed i suoi effetti possono durare per alcune ore. Per smaltirlo sono necessarie circa 2/4 ore, ma questo varia a seconda dell’età, del genere, del peso corporeo, dello stato di salute del fegato.

Conoscerne gli effetti collaterali, a breve e lungo termine, può aiutare a non abusarne:

  • Aumenta il livello di acidità nello stomaco, ed è quindi sconsigliata a chi soffre di ulcera peptica o gastrite
  • Facilita la motilità intestinale, per cui andrebbe limitata a chi soffre di colite, mentre potrebbe essere di aiuto a chi soffre di stipsi
  • Può causare disturbi al sistema nervoso centrale, dall’ansia fino a disturbi del sonno, difficoltà nell’addormentamento e risvegli notturni. Queste conseguenze possono essere amplificate da altri fattori contemporanei, come lo stress, il fumo ed uno scorretto stile di vita. “Il caffè in realtà sarebbe consigliato soltanto a coloro che si trovano in buona salute. Sconsigliato, invece, per coloro che soffrono di ansia e nel caffè cercano un sostegno psico-fisico per affrontare la quotidianità. Bere molti caffè, infatti, può aumentare la frequenza cardiaca e dare tachicardia, uno dei sintomi che più preoccupa la persona ansiosa e che contribuisce a peggiorare la situazione. Meglio, quindi, moderare il consumo di caffè in periodi di stress intenso, limitandolo ad 1 a colazione”, chiarisce la dottoressa
  • Può interferire sull’assorbimento di ferro e calcio. “Per questo motivo, consiglio massimo 2 tazzine di caffè al giorno a persone affette da osteoporosi e alle donne con anemia sideropenica o in menopausa, consigliando di evitarlo se possibile in gravidanza, per agevolare il corretto assorbimento dei nutrienti”

Quanti caffè possiamo assumere senza correre rischi?

Il contenuto medio di caffeina nel caffè è:

  • Espresso: 60-120 mg
  • Caffè fatto con Moka (35-50 ml): 60-120 mg
  • Caffè americano (100 ml): 95-125 mg.

Secondo l’EFSA (European Food Safety Authority) negli adulti, fino a 200 mg di caffeina non danno preoccupazioni. Tuttavia, dosi singole di circa 100 mg possono incidere sulla qualità del sonno se consumate poco prima di andare a dormire. Si consiglia, quindi, l’assunzione di caffeina nelle prime ore della giornata, possibilmente entro le ore 15.

Cosa possiamo assumere in alternativa?

Potremmo iniziare la giornata con un’abbondante colazione che ci rigeneri e ci dia la giusta energia. “Un buon esempio di colazione potrebbe essere lo yogurt da abbinare a cereali integrali e frutta secca come mandorle e noci, ottime fonti di magnesio e quindi in grado di dare la giusta dose di energia” chiarisce la dottoressa.

Utili possono essere anche gli alimenti ricchi di vitamina C (agrumi, fragole, kiwi) che, oltre a rafforzare il nostro sistema immunitario, sono fondamentali per la sintesi di ormoni steroidei surrenalici (cortisolo). In alternativa al caffè di metà mattina, potremo optare per una spremuta di arance, fonte di vitamine ed energia pronta all’uso.

Teina e caffeina, quale la differenza?

Possiamo citarne alcune:

  • La teina ha la stessa composizione chimica della caffeina, ma la concentrazione e la quantità del principio attivo nel  tè è inferiore rispetto quella del caffè
  • Nel tè troviamo un’elevata quantità di polifenoli, sostanze con proprietà antiossidanti che rallentano l’assorbimento della teina: il suo effetto è più lento, ma più prolungato
  • La teanina, un aminoacido naturale presente soprattutto nel tè verde ed in quello nero,  sarebbe in grado di rilassare: questa sostanza  è in grado di stimolare il GABA, un  neurotrasmettitore  ad azione inibitoria che promuove il rilassamento.

L’effetto della teina è, dunque, attenuato dalla presenza di polifenoli e  teanina che riducono gli effetti eccitatori a carico soprattutto dell’apparato cardiovascolare , limitando la tachicardia e mantenendo lo stimolo a livello del sistema nervoso cerebrale, migliorando la capacità di concentrazione senza agire da eccitante come il caffè.

Scienze dell'Alimentazione