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Conoscere la rabbia e imparare a gestirla: alcuni consigli

La rabbia è un’emozione primaria e universale, un sentimento di base che si manifesta quando percepiamo un pericolo, subiamo un torto o un’ingiustizia ed è un naturale istinto di sopravvivenza.  Se diventa troppo frequente oppure sfocia in comportamenti aggressivi, però, questo sentimento può provocare un’intensa sofferenza interiore e compromettere le relazioni interpersonali, diventando un ostacolo al raggiungimento dei propri obiettivi.

Per evitare tutto ciò, è opportuno imparare a gestirla, comprendendo le cause e controllandola. Ne parliamo con la dottoressa Alessandra Massironi, psicologa in Humanitas Mater Domini e presso il centro Psico Medical Care di Humanitas.

Quali sono le cause e i sintomi della rabbia?

 “Le cause della rabbia possono essere molteplici. Talvolta quest’emozione è dovuta a traumi e forti stress che inducono a reazioni incontrollate. Altre volte, una maggiore reattività è espressione di ansia e depressione oppure funziona quasi come una facciata dietro la quale si dissimulano sentimenti d’insicurezza e di vergogna. In alcune circostanze, invece, è il risultato di esperienze vissute durante l’infanzia, con una famiglia d’origine abituata a esprimere la rabbia attraverso comportamenti estremi. La rabbia si manifesta con una serie di reazioni fisiche che variano a seconda dei casi: respiro veloce, agitazione, rigidità delle mascelle, tachicardia, tremore degli arti, una sensazione di sudore, nodo allo stomaco, tendenza a stringere le mani. È molto importante imparare a riconoscere questi segnali in quanto è l’unico modo per non lasciarsi sopraffare così da poterla gestire correttamente attraverso alcune utili strategie”, spiega la dottoressa.

Come gestire la rabbia?

Quando si è assaliti dalla rabbia, è opportuno fare alcuni respiri profondi e fermarsi, evitando di agire o di rispondere in maniera precipitosa. Occorre valutare con attenzione la situazione in cui ci si trova, tenendo conto di tutti i suoi aspetti, senza soccombere all’impulsività.

In queste circostanze, è fondamentale usare un linguaggio che esprima volontà di collaborazione e rispetto ed è necessario tentare di cogliere gli aspetti positivi di chi si ha di fronte, senza sentirsi sempre vittime della condotta altrui. Queste strategie favoriscono la capacità di creare buone relazioni, un’abilità indispensabile per vivere serenamente. 

Anche lo sport e il movimento aiutano a rendere più fluide le emozioni negative in quanto stimolano la produzione di endorfine che favoriscono la stabilizzazione del tono dell’umore. Quando si è arrabbiati, infatti, camminare velocemente o correre costituiscono elementi di facilitazione per alleggerire lo stress e ritrovare la calma. 

Nei momenti più faticosi della giornata è possibile, ad esempio, prevedere alcune pause distensive, utili per stemperare le tensioni ed evitare esplosioni di collera. Se nonostante queste accortezze l’irritazione e l’inquietudine che ne deriva risultano di difficile gestione, il suggerimento è rivolgersi ad un interlocutore competente e “neutro”, quale è sicuramente uno specialista. Sarà l’occasione per trattare del proprio stile nel far fronte alle situazioni di difficoltà, mettere ordine, prenderne le distanze, comprendere quali alternative si possono percorrere ed in alcuni casi dove il disagio non è temporaneo bensì persistente ed invalidante, poter giovare di un supporto terapeutico mirato.

Psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo- costruttiva; neuropsicologia e psicologa forense