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Ecografie e risonanze magnetiche sfruttano i raggi X?

La risposta è NO. “La risonanza magnetica si basa sulla fisica dei campi magnetici simili a quelli prodotti dalla calamita. Quotidianamente ognuno di noi è immerso nel campo magnetico terrestre, tuttavia i campi utilizzati per le apparecchiature delle risonanze hanno una potenza superiore. ll campo magnetico, a differenza delle indagini che sfruttano i raggi X, può causare delle alterazioni nell’organismo non fastidiose e del tutto reversibili, come un incremento della temperatura corporea o stimoli nervosi transitori durante l’esame.

Nel caso dell’esame ecografico, invece, sono sfruttate le proprietà degli ultrasuoni (onde acustiche di frequenza superiore alla capacità delle persone di udire i suoni) di diffondersi nei tessuti senza causare danni”, spiega il dottor Luca Crespi, Responsabile della Diagnostica per Immagini di Humanitas Mater Domini.

Raggi x: cosa sono e come funzionano?

Le “radiazioni X” (o raggi x) sfruttate dalla radiologia sono onde elettromagnetiche che attraversano il corpo subendone un’attenuazione. Se il fascio di radiazioni contiene in origine 1000 fotoni (particelle di energia che compongono le radiazioni), dopo aver attraversato l’organismo, ne conterrà una quantità inferiore (considerando l’esempio, potrebbero diventare 700 fotoni).  Parte delle radiazioni assorbite dal corpo cede la sua energia alle cellule creando delle modificazioni che non hanno un elevato rischio per la salute. Gli eventuali danni, infatti, sono direttamente correlati alla quantità di radiazioni assorbite. Se non necessarie, quindi, si consiglia di non eseguire numerose indagini radiologiche.