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Infertilità femminile: facciamo chiarezza

Infertilità è il termine con il quale si descrive la difficoltà al concepimento. L’infertilità femminile, che nel 35-40% dei casi è responsabile dell’infertilità di coppia, può avere diverse cause. Quali sono? E quali gli esami diagnostici più indicati? Ne parliamo con la dottoressa Gaia Boccuzzi, ginecologa di Humanitas Mater Domini.

Infertilità femminile: quali sono le cause?

Ogni donna possiede quella che viene definita riserva ovarica, ossia una riserva di ovociti che, in età fertile, sono circa 400.000 mila, con una graduale diminuzione dopo i 30 anni, fino all’esaurimento con la menopausa. Oltre all’età, però, ci sono alcune condizioni che impediscono il concepimento alle donne ancora in età fertile. 

  • Alterazioni ormonali: durante il ciclo mestruale mensile si assiste a fluttuazioni ormonali che hanno il loro apice con l’ovulazione, tra il dodicesimo e il quattordicesimo giorno del ciclo. Alcune condizioni, come una riduzione della riserva ovarica, la sindrome dell’ovaio policistico o disfunzioni tiroidee, possono comportare un’assenza di ovulazione.
  • Alterazioni tubariche. Queste si verificano alle tube di Falloppio, gli organi attraverso i quali può avvenire l’unione tra i gameti femminili (ovociti) e quelli maschili (spermatozoi). Le anomalie e alterazioni alle tube possono essere provocate, ad esempio, da infezioni, endometriosi, malformazioni genetiche o esiti di interventi chirurgici.
  • Alterazioni della cervice uterina: anche la cervice uterina può essere soggetta ad alterazioni morfologiche, come le aderenze, o alterazioni funzionali, come le infiammazioni, che ostacolano il percorso degli spermatozoi verso le tube di Falloppio. Anche la sovrapproduzione di anticorpi specifici da parte delle cellule del tessuto cervicale, possono interferire sulla fertilità.
  • Patologie genetiche o sistemiche: varie sindromi, come quella di Kallmann o di Cushing e patologie come il diabete mellito o le patologie epatiche, renali e tiroidee.
  • Malattie uterine: vi sono determinate alterazioni dell’utero congenite, come l’utero setto o bicorne, oppure alterazioni acquisite, come i polipi.

Da considerare, inoltre, diversi fattori che concorrono all’infertilità. Per esempio, l’esposizione ambientale a sostanze tossiche o a radiazioni, l’utilizzo di determinati farmaci, di alcolici, stupefacenti o ancora il fumo di sigaretta, un’alimentazione poco equilibrata, lo stress e patologie come l’anoressia e l’obesità. 

Quali esami fare?

Per valutare la fertilità femminile, gli esami più comuni sono:

  • dosaggio ormonale, per valutare la riserva ovarica
  • tampone vaginale, per individuare eventuali infezioni 
  • ecografia pelvica transvaginale, per avere un riscontro circa l’anatomia dell’apparato riproduttivo, la presenza di possibili alterazioni, e il numero di follicoli ovarici
  • isterosonografia, utile a valutare lo stato di cavità uterina e della tube
  • ecografia 3D dell’utero, per individuare la presenza di eventuali malformazioni congenite dell’utero
  • isterosalpingografia, l’esame radiologico che consente di valutare la morfologia dell’apparato genitale femminile e la presenza di patologie uterine
  • isteroscopia, tecnica endoscopica con la quale si osserva la cavità uterina e si individuano eventuali patologie dell’endometrio o endocavitarie

Le strategie della procreazione medicalmente assistita

Una volta individuata la causa dell’infertilità di coppia, è possibile pianificare percorsi volti ad aumentare le possibilità di una gravidanza. Si tratta della procreazione medicalmente assistita (PMA), un insieme di metodiche volte a favorire il concepimento. Vi sono vari livelli di PMA: il primo livello comprende le metodiche finalizzate al concepimento naturale, dall’ovulazione per rapporti mirati, all’inseminazione intrauterina. 

Il secondo e terzo livello di PMA, invece, comprendono le cosiddette tecniche in vitro, ossia le metodiche che comportano che ovocita e spermatozoi vengano prelevati per far avvenire il loro incontro in un momento successivo in laboratorio. 

Fonte: https://www.salute.gov.it/portale/fertility/dettaglioContenutiFertility.jsp?lingua=italiano&id=4566&area=fertilita&menu=medicina

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