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Disturbi dell’apprendimento? Impariamo a riconoscerli!

Il momento dei compiti a casa è spesso motivo di litigi e discussioni? Il tuo bambino ha un rendimento scolastico carente?
In alcuni casi, i bambini manifestano difficoltà dovute ad una scarsa motivazione nei confronti della scuola, immaturità, deficit cognitivo, deficit sensoriale.
A volte, invece, potrebbe esserci un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA).

Quando è corretto parlare di Disturbo Specifico dell’Apprendimento?

In Italia, si stima che il 3-5% della popolazione in età scolare ha una diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento.
“Comunemente chiamati DSA, sono disturbi che coinvolgono la capacità di leggere, scrivere, calcolare in maniera corretta e si manifestano nel bambino durante i primi anni di scuola. In questi casi, il ruolo di genitori ed insegnanti è fondamentale: ogni minimo sospetto di un simile disturbo deve essere immediatamente preso in considerazione e comunicato agli specialisti. Loro si occuperanno di svolgere un’accurata valutazione per comprendere le difficoltà specifiche del bambino, giungere ad un’eventuale certificazione di DSA e definire poi un trattamento personalizzato”, spiega la dottoressa Federica Danisi, psicologa dell’ Ambulatorio di Psicologia dell’Infanzia e dell’Età evolutiva del Poliambulatorio Humanitas Mater Domini di Lainate.

DSA: sono quattro le principali forme

•    Dislessia: disturbo specifico della lettura (difficoltà a leggere)
•    Disortografia: disturbo specifico della scrittura (difficoltà a tradurre i suoni che compongono le parole in simboli grafici)
•    Disgrafia: disturbo specifico nella grafia (difficoltà nell’atto dello scrivere)
•    Discalculia: disturbo specifico delle abilità di numero e di calcolo (difficoltà a comprendere il valore dei numeri)

Mio figlio ha un DSA! Cosa posso fare?

“A seconda delle specifiche difficoltà di ciascun bambino, è possibile impostare un trattamento personalizzato che viene definito dopo aver individuato le specifiche aree in cui le singole abilità sono maggiormente compromesse. Questo avviene utilizzando metodologie informatiche e cartacee, sempre coinvolgenti ed interattive. Saranno necessarie quindi la motivazione e la costanza sia del bambino che della famiglia che lo accompagnerà in questo percorso. Un intervento globale coinvolge la famiglia e gli insegnanti, attraverso incontri specialistici durante i quali condividere strategie psicoeducative personalizzate finalizzate alla stesura del Piano Didattico Personalizzato, alla gestione dei compiti a casa e dei bisogni educativi di ogni bambino”, conclude la dottoressa Federica Danisi.