In Humanitas Mater Domini, l’Unità Operativa Ortopedia 5 si dedica in modo esclusivo alle patologie dell’anca e del ginocchio. Nata dal know-how sviluppato negli Istituti Clinici Humanitas di Rozzano sotto la guida del dottor Guido Grappiolo, l’Unità unisce oltre vent’anni di esperienza a tecnologie di ultima generazione per offrire percorsi di cura sia conservativi sia chirurgici, con particolare competenza nella chirurgia protesica mini-invasiva.
Ogni percorso di cura è personalizzato e costruito su misura, partendo dalla diagnosi fino al follow-up post-operatorio, per rispondere in modo specifico alle esigenze cliniche e funzionali di ciascun paziente. A ciò si aggiunge l’integrazione con la rete di ospedali Humanitas, che garantisce un alto livello di competenze, tecnologie avanzate e standard di qualità certificati
Patologie trattate
Anca
- artrosi primaria e secondaria
- artriti (reumatoide, gottosa, psoriasica, lupus, ecc.)
- displasia congenita e lussazione
- esiti di fratture del cotile o del femore prossimale
- osteonecrosi della testa femorale
- sequele di infezioni articolari
- morbo di Perthes ed epifisiolisi
- conflitto femoro-acetabolare (FAI)
- morbo di Paget
Ginocchio
- artrosi e artriti
- deviazioni assiali (varo/valgo)
- osteonecrosi dei condili femorali o tibiali
- fratture o lesioni legamentose
Approccio terapeutico
Trattamenti conservativi
Nel caso in cui la patologia articolare non richieda un intervento immediato, il primo approccio terapeutico previsto è di tipo conservativo. Questo percorso si basa su tre pilastri fondamentali: la farmacoterapia, la fisioterapia e le infiltrazioni intra-articolari.
I farmaci, principalmente antinfiammatori e analgesici, vengono utilizzati per contenere dolore e infiammazione. La fisioterapia, invece, si concentra sul recupero della mobilità articolare e sulla tonificazione muscolare per migliorare la funzionalità dell’articolazione compromessa. Le infiltrazioni, eseguite con sostanze come l’acido ialuronico, i corticosteroidi o il plasma ricco di piastrine (PRP), rappresentano un’opzione mirata per ridurre il dolore e rallentare il processo degenerativo. L’obiettivo di questi trattamenti è migliorare la qualità della vita del paziente ritardando, se possibile, il ricorso alla chirurgia.
Trattamenti chirurgici
Quando il trattamento conservativo non è più sufficiente a garantire una qualità di vita soddisfacente, si prende in considerazione l’intervento chirurgico, in particolare la chirurgia protesica. Questa rappresenta una soluzione efficace e duratura per le patologie degenerative dell’anca e del ginocchio, come l’artrosi avanzata. L’obiettivo principale dell’intervento è eliminare il dolore, migliorare la mobilità e restituire al paziente una funzionalità articolare quanto più vicina alla normalità.
La chirurgia protesica viene attentamente pianificata in modo personalizzato. Grazie all’utilizzo di software dedicati e, quando necessario, alla ricostruzione tridimensionale delle strutture anatomiche, è possibile scegliere con precisione l’impianto più adatto per ogni paziente. Si valutano fattori come l’età, il livello di attività, la qualità dell’osso e le eventuali patologie concomitanti, per definire il tipo di accesso chirurgico, i materiali protesici e il percorso riabilitativo più indicato.
Per l’anca si ricorre a tecniche mini-invasive con accessi “tissue sparing” (ovvero a risparmio di osso e di muscolo) e all’utilizzo di steli in titanio e superfici articolari in ceramica o polietilene reticolato con vitamina E, soluzioni che consentono di preservare i tessuti sani e favorire un recupero più rapido. Per quanto riguarda il ginocchio, vengono impiegate protesi mono-compartimentali o totali, applicate attraverso metodiche altrettanto conservative.
Nei casi più complessi, l’intervento può essere eseguito con il supporto della chirurgia robotica, che consente una precisione millimetrica nel posizionamento delle componenti protesiche. Questi approcci permettono di ridurre l’impatto chirurgico complessivo, accelerare il ritorno alla vita attiva e garantire risultati stabili e affidabili anche nei pazienti più giovani. L’intervento viene sempre inserito in un percorso di cura integrato, finalizzato a offrire il massimo grado di sicurezza, efficacia e personalizzazione possibile.
Percorso di cura e “Rapid Recovery”
Il percorso di cura è stato progettato per garantire al paziente la massima efficacia clinica con tempi di recupero ridotti. Tutto inizia con una fase di pre-ricovero in Day Hospital, durante la quale vengono eseguiti gli esami clinici e strumentali necessari per affrontare l’intervento chirurgico in totale sicurezza.
L’intervento viene eseguito generalmente in anestesia loco-regionale, abbinata a un controllo multimodale del dolore per garantire un recupero più rapido e confortevole. Già a poche ore dall’intervento, il paziente inizia la mobilizzazione precoce con l’assistenza del fisioterapista.
Grazie a questo approccio integrato, la degenza ospedaliera si riduce mediamente a 3-4 giorni. La fase successiva prevede una riabilitazione personalizzata, che può essere svolta al domicilio del paziente o in una struttura riabilitativa specializzata, in base alle esigenze cliniche e funzionali individuali. Questo modello, denominato “Rapid Recovery“, rappresenta lo standard adottato per offrire un ritorno più rapido alle attività quotidiane, in piena sicurezza e autonomia.
Attività ambulatoriale e follow-up
L’attività ambulatoriale è un elemento fondamentale nel percorso di cura dei pazienti. Fin dal primo incontro, il paziente viene preso in carico con un approccio multidisciplinare volto a comprendere a fondo la natura del problema articolare e a individuare la soluzione terapeutica più adeguata. Durante la visita specialistica iniziale, vengono valutati la storia clinica, i sintomi, gli eventuali esami già eseguiti e, se necessario, richieste ulteriori indagini per completare l’inquadramento diagnostico.
Successivamente all’intervento chirurgico, vengono programmati controlli post-operatori a breve termine, fondamentali per verificare il corretto processo di integrazione della protesi e guidare il recupero funzionale. Il follow-up non si esaurisce nei mesi immediatamente successivi: è prevista infatti una sorveglianza clinica a lungo termine, con visite periodiche annuali, per monitorare lo stato di salute dell’impianto e dell’osso circostante. Questo approccio consente di identificare precocemente eventuali segni di usura o complicanze, permettendo interventi tempestivi e mirati.
La continuità di cura, la qualità della valutazione clinica e la possibilità di personalizzare il percorso sulla base delle esigenze cliniche del paziente rappresentano elementi distintivi dell’attività dell’équipe medica di Ortopedia 5, finalizzata a garantire risultati stabili e duraturi nel tempo.