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Tutore per il ginocchio: quando è necessario?

Il tutore per il ginocchio viene prescritto da uno specialista ortopedico per lesioni dei legamenti, interventi chirurgici al menisco o ai legamenti o per trattare l’instabilità del ginocchio. Tuttavia, non rappresenta la soluzione ideale per ogni caso di instabilità al ginocchio.

Approfondiamo l’argomento con il dottor Davide Bova, chirurgo ortopedico in Humanitas Mater Domini e nei centri medici Humanitas Medical Care.

Che cos’è il tutore per il ginocchio?

Il tutore, chiamato anche ginocchiera ortopedica, è un dispositivo progettato per migliorare la stabilità dell’articolazione del ginocchio, soprattutto in presenza di dolore e gonfiore derivanti da traumi, distorsioni o lesioni legamentose. È importante non confondere il tutore tubolare con le fasce elastiche utilizzate dagli atleti per esigenze di stabilità o traumi minori.

Quando può essere prescritto l’uso del tutore?

Il tutore viene spesso consigliato dall’ortopedico dopo interventi chirurgici. Il tipo di tutore e la durata del suo utilizzo dipendono dal tipo di intervento. Ad esempio:

  • In seguito alla sutura del menisco. L’utilizzo del tutore per ginocchio può essere consigliato per due settimane circa per proteggere le suture;
  • In seguito alla ricostruzione dei legamenti. Un tutore specifico con stabilizzatori laterali può essere prescritto per almeno un mese, per garantire stabilità e prevenire il sovraccarico della zona durante la guarigione.
  • In caso di fratture composte invece, il tutore spesso può sostituire il gesso. Talvolta, viene prescritto dopo intervento di sintesi di frattura (intervento chirurgico per immobilizzare i frammenti ossei di una frattura utilizzando specifici dispositivi metallici chiamati “mezzi di sintesi”, come placche, viti e chiodi) per stabilizzare l’arto per alcune settimane.

In questi casi, il tutore sostiene l’intera articolazione, prevenendo movimenti che potrebbero ostacolare il processo di guarigione.

Tutore per l’instabilità del ginocchio: è sempre la soluzione giusta?

L’instabilità del ginocchio è caratterizzata da una sensazione continua di cedimento del ginocchio, con difficoltà a stare in equilibrio in posizione eretta. Questa condizione può derivare da una condizione cronica o da un trauma acuto che ha indebolito i legamenti. 

Movimenti come cambi di direzione rapidi o attività sportive come tennis, padel o sci possono mettere a rischio l’articolazione.

Il trattamento dell’instabilità legamentosa del ginocchio varia in base alla causa e alla gravità della stessa, all’età del paziente e all’attività sportiva praticata.

Sebbene non rappresenti la soluzione definitiva, in alcuni casi, specialmente nei pazienti anziani, è consigliabile l’utilizzo del tutore per assicurare una maggior stabilità del ginocchio. 

Cosa fare se il tutore non è sufficiente?

Se dopo il periodo indicato dallo specialista, la situazione non migliora, è necessaria una visita ortopedica approfondita e l’esecuzione di esami specifici come risonanza magnetica e TAC. Questi esami permettono di valutare il grado di danneggiamento delle strutture legamentose e di determinare se è necessario un intervento chirurgico di ricostruzione legamentosa, spesso eseguito in artroscopia

L’intervento consente di risolvere l’instabilità, permettendo al paziente di recuperare piena indipendenza nei movimenti. L’età e le esigenze del paziente sono fattori da considerare per stabilire o meno la fattibilità dell’intervento chirurgico: ad esempio, se il paziente ha necessità di tornare a praticare sport che sollecitano in modo particolare il crociato, è preferibile procedere con l’intervento di ricostruzione.

Visite ed esami

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