L’ernia inguinale è una forma di ernia addominale localizzata in prossimità della zona pubica. Le ernie si verificano quando una struttura contenuta nella cavità addominale, ad esempio l’intestino, fuoriesce attraverso un punto di debolezza della parete addominale. Il foro attraverso il quale il viscere passa è chiamato porta erniaria.
Se non curata, l’ernia può complicarsi e provocare un’occlusione intestinale. Approfondiamo l’argomento insieme al dottor Damiano Chiari, chirurgo generale in Humanitas Mater Domini e Ricercatore Humanitas University.
Ernia inguinale: perché si forma?
L’ernia inguinale può verificarsi per:
- sedentarietà e scarsa attività fisica
- sovrappeso
- gravidanza
- sforzo fisico eccessivo, dovuto ad attività lavorative e/o sportive
- tosse cronica
- stipsi
Esistono anche dei fattori predisponenti che possono aumentare la probabilità di sviluppo di ernia inguinale, come ad esempio la debolezza strutturale della regione inguinale o una predisposizione genetica.
Le ernie inguinali possono essere di due tipologie:
- Indirette: si sviluppano attraverso l’apertura interna del canale inguinale e possono, in alcuni casi, raggiungere la sacca che contiene i testicoli (scroto).
- Dirette: si estendono in avanti senza passare attraverso il canale inguinale. Si formano per il cedimento del pavimento del canale inguinale.
Principali sintomi e rischio di sviluppo di occlusione intestinale
Generalmente, il primo sintomo è la comparsa di una tumefazione (ingrossamento) a livello inguinale, che spesso si manifesta dopo uno sforzo. Questo rigonfiamento può risultare più o meno fastidioso.
Nella maggior parte dei casi, l’ernia è riducibile, cioè il contenuto può rientrare nell’addome spontaneamente o con una lieve pressione. In alcune situazioni, invece, può verificarsi un incarceramento: il tratto intestinale – o altre strutture, come ad esempio il tessuto adiposo – resta intrappolato nel sacco erniario e non può più essere riportato all’interno. Da qui, l’altra evoluzione può essere lo strozzamento: il flusso sanguigno verso l’intestino incarcerato si riduce o si interrompe, provocando la necrosi (morte del tessuto).
Il tratto intestinale non riesce più a far passare il contenuto, portando a un’occlusione intestinale. Per permettere al sangue di circolare nuovamente ed evitare che degeneri in perforazione intestinale con peritonite, è necessario intervenire tempestivamente con un intervento chirurgico.
Quando l’ernia inguinale strozzata si trasforma in occlusione intestinale, i principali sintomi avvertiti possono essere:
- crampi e dolore addominale
- gonfiore addominale
- nausea e vomito
- stitichezza grave o assenza di passaggio di gas e feci
- presenza di una massa inguinale dura, dolente e non riducibile manualmente o da sdraiato
Nei casi più gravi, il dolore diventa intenso e continuo, si può alzare la febbre dovuta all’infezione causata dall’ostruzione e aumenta il rischio di sepsi. Se compaiono questi sintomi è necessario recarsi immediatamente al Pronto Soccorso per un intervento di emergenza.
Cosa fare in caso di ernia inguinale?
L’ernia per sua natura tende a crescere nel tempo. Nelle fasi iniziali può essere contenuta con l’ausilio di mutande elastiche contenitive ma è una condizione naturalmente irreversibile.
Per risolvere i disturbi legati all’ernia e per evitare il rischio di incarceramento e strozzamento, va eseguita una riparazione chirurgica. La riparazione può avvenire per via anteriore attraverso una piccola incisione nella regione inguinale standard oppure per via mini-invasiva (laparoscopica o robotica).
Qualora, invece, dovesse verificarsi lo strozzamento dell’ernia con relativa occlusione intestinale, l’unica strada percorribile è quella di un intervento chirurgico di urgenza.
Fonti:
https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/e/ernia-inguinale#complicazioni