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Artriti acute e croniche: cosa sono e come curarle

Con il temine artrite si definisce un’infiammazione a carico di una o più articolazioni. Si distinguono forme acute e croniche. Quali le differenze? Lo abbiamo chiesto al dottor Claudio Vitali, reumatologo di Humanitas Mater Domini.

“Le artriti acute si manifestano in modo rapido e aggressivo, ma tendono a risolversi nel giro di una o due settimane, sia spontaneamente che grazie al trattamento adottato. In alcuni casi, però, possono ripresentarsi. Il classico esempio è la gotta che può manifestarsi con un dolore acuto di solito ad una sola articolazione, che al primo attacco è solitamente localizzato al piede. Invece, un esempio di forma cronica è l’artrite reumatoide, che di solito colpisce più articolazioni contemporaneamente. Nella fase più avanzata, la membrana sinoviale (tessuto che riveste l’interno delle articolazioni) tende ad ispessirsi formando il cosiddetto ‘panno sinoviale’. Questo fenomeno determina la tumefazione dell’articolazione e nel tempo può causare l’erosione della cartilagine e dell’osso sottostanti. Questo processo può portare a deformità articolari e alla perdita parziale o totale della funzione articolare con conseguente invalidità.”

Per le artriti croniche, quindi, l’indicazione è una terapia a lungo termine per arrestare o limitare l’evoluzione e il conseguente danno irreversibile.

Quali le indicazioni per la cura?

Diagnosi precoce, immediatezza della terapia e stretto monitoraggio sono le linee guida da seguire per affrontare la malattia e limitarne le conseguenze. Gli accertamenti principali da eseguire sono gli esami del sangue e quelli radiologici.  Fra quest’ultimi l’ecografia e la risonanza magnetica, consentono in molti casi una diagnosi precoce della malattia.

“Negli ultimi decenni lo sviluppo delle biotecnologie ha permesso di disporre di farmaci cosiddetti ‘biologici’ che hanno aumentato le opportunità terapeutiche e migliorato il percorso di cura del paziente. Insieme a quelli tradizionali, l’uso di questi farmaci consente nella maggior parte dei casi di limitare l’evoluzione delle artriti e, in alcuni casi, di arrestarla. La terapia deve comunque essere valutata accuratamente dallo specialista in base al singolo caso clinico e alla sua storia”, conclude il dottor Vitali.