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Ecografia morfologica


Che cos’è l’ecografia morfologica?

L’ecografia morfologica costituisce attualmente parte integrante della diagnosi prenatale non invasiva. Poiché tale valutazione viene effettuata a 19-22 settimane gestazionali, l’ecografia morfologica non costituisce un metodo di screening elettivo per la valutazione di un aumento del rischio per anomalie cromosomiche o genetiche.

È comunque utile laddove campanelli d’allarme delle metodiche di prima istanza (bitest, tritest) dovessero aver fallito (falsi negativi) o nei casi in cui la gestante non avesse avuto il modo di sottoporvisi.La presenza di anomalie strutturali e/o soft marker, costituisce un’accettata indicazione alla diagnosi prenatale invasiva (amniocentesi o villocentesi tardiva).

I soft marker più comunemente studiati sono: rilevazione di una plica nucale ≥ 6 mm; individuazione di pielectasia ≥ 4 mm; brevità relativa del femore; intestino iperecogeno (ecogenicità sovrapponibile a quella dell’osso); focus iperecogeno intracardiaco (ecogenicità puntiforme, unica o multipla, evidenziabile nei ventricoli detta “golf ball”); cisti uniche o multiple, mono o bilaterali, dei plessi corioidei.La sensibilità dell’ecografia morfologica varia dal 59% all’80%.

Includendo la ricerca di malformazioni cardiache associate a due o più soft marker, si arriva a identificare circa 1/3 dei feti con trisomia 21 o Sindrome di Down. L’assenza di soft marker indica una diminuzione del rischio del 50-60%. Resta il fatto che l’ecografia morfologica, per quanto eseguita secondo i criteri previsti, non può né diagnosticare con certezza né tanto meno escludere con certezza Sindrome di Down.

A cosa serve l’Ecografia morfologica?

I motivi più comuni per eseguire l’ecografia morfologica sono: determinare con buona precisione l’inizio della gravidanza (nei tre mesi), la posizione del feto ed accertare che il suo sviluppo sia normale.

Dalla fine del secondo mese, si visualizzano il numero dei feti, i movimenti fetali e il battito del cuore. Dal quarto mese in poi, si effettuano le misurazioni della testa, dell’addome e del femore fetale.

I valori vengono confrontati con quelli delle curve di riferimento: si può così valutare se le dimensioni del feto corrispondono a quelle attese rispetto al momento di gravidanza. In questo stesso periodo si visualizzano la sede di inserzione placentare, la quantità di liquido amniotico e alcuni organi interni.

Informazioni Utili

Per le prestazioni convenzionate con il S.S.N., si ricorda che il medico di medicina generale é tenuto a scrivere sull’impegnativa: nome, cognome ed età dell’assistito, codice fiscale, la prestazione richiesta, il quesito diagnostico, l’indicazione di eventuali esenzioni e l’urgenza.

Norme di preparazione

Non è prevista alcuna norma di preparazione. È necessario il consenso informato.

Durata dell’esame: 30 minuti

Domande Frequenti (F.A.Q.)

È possibile valutare gli organi interni del feto con l’ecografia morfologica?

Oltre alle strutture che vengono misurate normalmente (testa, addome, femore), è possibile visualizzare la vescica, i reni, lo stomaco e le strutture intracraniche. L’ecografia morfologica consente di esaminare anche alcune parti del corpo fetale (per esempio il cuore), anche se la valutazione di alcuni organi viene eseguita in maniera dettagliata solo sulla base di un indicazione specifica (esame mirato o di II livello).

La possibilità di rilevare un’anomalia dipende dalla sua dimensione, dalla posizione del feto in utero, dalla quantità di liquido amniotico e dallo spessore della parete addominale materna: è perciò possibile che talune anomalie fetali sfuggano all’indagine ecografica. Inoltre, alcune malformazioni si manifestano solo tardivamente (settimo, ottavo mese).

Si sottolinea che, per i limiti intrinseci della metodica, è possibile che alcune malformazioni non siano rilevate. Secondo l’esperienza fino ad oggi disponibile, un esame ecografico non mirato consente di identificare dal 30% al 70% di tutte le malformazioni.

L’ecografia morfologica è innocua per il feto?

Gli ultrasuoni sono utilizzati nella pratica ostetrica da oltre venticinque anni e non sono riportati effetti dannosi sul feto, anche a lungo termine. Per tale ragione, grazie alle procedure oggi adottate, la diagnosi tramite ecografia morfologica è da ritenersi esente da rischi.