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Prolasso rettale: diagnosi, sintomi e possibili trattamenti

Il prolasso rettale comporta uno scivolamento della parte finale dell’intestino crasso (il retto) all’interno del canale anale o all’esterno dell’ano. Si tratta di un disturbo che può avere un impatto negativo sulla qualità della vita e spesso può essere associato al prolasso di altri organi della pelvi, come utero e vescica, evolvendosi in un prolasso multicompartimentale del pavimento pelvico.

Nel primo caso parliamo di prolasso occulto del retto e nel secondo di prolasso completo del retto o prolasso rettale esterno (in questo caso interessa normalmente due fasce d’età contrapposte, cioè i bambini e gli anziani).

Approfondiamo l’argomento con il dottor Corrado Bottini, proctologo in Humanitas Mater Domini e nei centri medici Humanitas Medical Care.

Quali sono i sintomi del prolasso rettale?

I principali sintomi del prolasso rettale possono essere:

  • Presenza di una tumefazione stabile o post defecatoria all’esterno dell’ano 
  • Incontinenza fecale
  • Fuoriuscita di muco o di sangue dall’ano 

Il prolasso occulto del retto determina invece sintomi da ostruita defecazione (defecazione difficile, frammentata ed incompleta, prolungato tempo di stazionamento alla toilette, senso di peso endoanale, necessità di digitazioni endoanali,  frequente utilizzo di lassativi, supposte evacuative e clisteri) e può spesso essere associato ad altre alterazioni anatomiche come rettocele ed enterocele.

Le principali cause del prolasso rettale

Ci sono diversi fattori predisponenti che possono aumentare il rischio di prolasso rettale, tra i principali troviamo:

  • Età avanzata
  • Stipsi (stitichezza), che porta ad effettuare maggiori sforzi nell’atto della defecazione
  • Collagenopatie: malattie ereditarie o autoimmuni, caratterizzate da anomalie nel collagene, la proteina che fornisce struttura e supporto ai tessuti connettivi del corpo
  • Malnutrizione 
  • Indebolimento delle strutture del pavimento pelvico, per esempio in seguito a gravidanza e parto o di natura congenita 
  • Patologie a carico del sistema nervoso, come neuropatie o miopatie, o traumi come lesioni del midollo spinale

Come viene diagnosticato?

La diagnosi avviene prima di tutto tramite una visita proctologica con anoscopia: nel caso di prolasso completo si assiste alla fuoriuscita del cilindro rettale dall’ano. In questo caso può essere necessario l’intervento chirurgico, previa esecuzione di colonscopica o colon TAC al fine di escludere  altre patologie a carico del grosso intestino.

Nel caso di prolasso occulto del retto, invece, il proctologo può richiedere ulteriori approfondimenti per studiare con correttezza la sindrome da defecazione ostruita, come:

  • Rx defecografia con esame radiologico che consente di studiare la dinamica della defecazione e identificare eventuali ulteriori alterazioni del pavimento pelvico o defeco-RMN
  • Manometria anorettale: per lo studio della funzionalità dell’apparato sfinteriale ano-rettale 
  • Ecografia transanale a 360°: per lo studio dell’anatomia del canale anale e della pelvi
  • Elettromiografia del pavimento pelvico: per studiare  la muscolatura del pavimento pelvico dal punto di vista neurologico 

Anche in questo caso sarà necessaria una colonscopia o defeco-RM (risonanza magnetica), ovvero un esame diagnostico che valuta l’anatomia e la funzionalità del pavimento pelvico, degli organi pelvici e il processo di defecazione tramite l’uso di campi magnetici e onde radio. 

Trattamenti del prolasso rettale

Per quanto riguarda il prolasso rettale esterno, nei bambini solitamente si può risolvere in autonomia o attraverso l’alimentazione, mentre negli adulti il trattamento è solo chirurgico. 

I trattamenti del prolasso occulto e dell’ostruita defecazione, invece, dipendono dall’entità del prolasso e dall’impatto sulla qualità della vita. Possono essere di tipo conservativo (dietetico–comportamentale), come integrare fibre e acqua nell’alimentazione o assumere lassativi per contrastare la stipsi, praticare attività fisica, evitare prolungati stazionamenti alla toilette; di tipo riabilitativo, riabilitazione del pavimento pelvico, oppure di tipo chirurgico nei casi più invalidanti.

Una volta valutato il prolasso e altri fattori, come l’età, il sesso e l’eventuale presenza di altre patologie, lo specialista può indicare il trattamento più adeguato. Nel caso in cui la terapia medica o riabilitativa risulti insufficiente o la patologia condizioni sintomatologia severa con una pessima qualità della vita , può essere necessario intervenire chirurgicamente. 

Le principali modalità di intervento sono:

  • di tipo resettivo:  per via transanale o transvaginale (resezione della mucosa del retto con una plicatura della sua muscolatura, resezione completa del retto per via transanale, plastica dei muscoli elevatori dell’ano per via transvaginale)
  • di tipo sospensivo: sospensione del retto all’osso sacro con una protesi dedicata per via laparoscopica o robotica.

In Humanitas Mater Domini si eseguono interventi attraverso queste tecniche: in particolare l’intervento sospensivo (rettopessi ventrale) viene svolto attualmente per via robotica, metodo che consente di realizzare tagli più piccoli e precisi sulla parete addominale e di ottenere una migliore visione e di conseguenza un’accurata incisione del pavimento pelvico. Inoltre, la chirurgia robotica garantisce un recupero più rapido e meno doloroso per il paziente, e un ritorno a casa più celere.

Fonti:

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Corman M.L. Colon and rectal surgery Iith edition.Lippincott  Company, 1989;pg:209-247.

Rinaldi M., Veglia A., Boccasanta P., Altomare D.F. , et al.  Parliamo di … trattamento del prolasso completo del retto. Ucp News 2000; 4 : 31-44

Pescatori M. Prevenzione delle complicanze post-operatorie e delle recidive dopo chirurgia del prolasso rettale. Ucp News 2002; 6: 23-28

Altomare DF, Pucciani F. Rectal prolapse, Springer ed. 2008 

Varma M et al :Practice parameters  for the management of rectal Prolapse ( task force of ASCRS) Dis Colon Rectum 2011 ( 54) ; 1339-46 

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Chirurgia Generale
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