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Protesi all’anca: come si svolge il percorso di riabilitazione?

Quando si interviene chirurgicamente su un’articolazione, si elimina la causa del disturbo sostituendola con la protesi

Le tecniche chirurgiche moderne con approccio anteriore consentono di risparmiare i gruppi muscolari, preservare i tessuti e, dunque, anche di contribuire alla riduzione dei tempi di recupero in combinazione con un corretto percorso riabilitativo post-intervento.

La riabilitazione, dunque, è fondamentale, perché ha l’obiettivo di minimizzare i tempi del recupero e l’eventuale dolore post-operatorio.

Abbiamo approfondito l’argomento con Stefano Aspesi, fisioterapista di Humanitas Mater Domini e dei Centri Medici Humanitas Medical Care.

Protesi d’anca: perché è importante la riabilitazione?

Il paziente con protesi d’anca deve essere rieducato a riconoscere la nuova articolazione e aiutato ad integrarla anche nelle dinamiche motorie. Per ottenere questo, durante il percorso di riabilitazione post-intervento, il fisioterapista si può avvalere di tecniche manuali, fisiche e robotiche

Seguire in modo costante il percorso aiuta a: 

  • Tornare a svolgere l’attività sportiva senza il dolore che si avvertiva prima dell’intervento. Ad esempio, i pazienti con protesi d’anca possono tornare ad andare in bicicletta, giocare a golf e, in generale, praticare attività sportiva aumentando addirittura la propria performance con una maggiore sicurezza;
  • Ridurre i tempi di recupero
  • Recuperare un range di movimento il più possibile vicino a quello fisiologico. Non solo, anche migliorare la forza, la resistenza e la stabilità dell’anca, del cingolo pelvico e del core e a riequilibrare la postura nella sua totalità. 

Le fasi del percorso riabilitativo post-intervento di protesi d’anca

Il percorso riabilitativo si articola in tre fasi: la valutazione iniziale pre e/o post intervento chirurgico, il trattamento e la valutazione finale. Talvolta l’ortopedico può richiedere anche un trattamento riabilitativo pre-intervento (per esempio, in caso di severi deficit muscolari), per arrivare nelle migliori condizioni possibili all’intervento chirurgico.

La fase iniziale è utile per valutare le condizioni di partenza del paziente, coglierne le fragilità e redigere un piano di recupero personalizzato sulle specifiche esigenze.

La fase di trattamento prende avvio subito dopo qualche ora o giorno dall’intervento. Con il supporto del fisioterapista, il paziente torna a fare i primi passi nei corridoi dell’ospedale e riceve una scheda di esercizi personalizzata in base alle sue necessità. Questo programma di riabilitazione deve essere seguito dal paziente in autonomia, anche dopo la dimissione. 

A seguito della dimissione e in base al caso clinico, è necessario programmare una seduta riabilitativa 2-3 volte a settimana, per eseguire gli esercizi con la guida del del fisioterapista, essere trattato attraverso la manipolazione e aggiornare il programma in base ai progressi. Dopo 30-40 giorni circa, si svolge il primo controllo ortopedico e, previo parere del chirurgo, sarà possibile avvalersi anche della piattaforma robotica, utile in affiancamento alle tecniche riabilitative standard. In Humanitas Mater Domini è presente il robot Hunova che affianca il fisioterapista nel percorso di riabilitazione del paziente. 

La valutazione finale, infine, viene generalmente redatta durante l’ultima seduta di fisioterapia ed è utile per fornire al paziente i risultati del percorso svolto.