L’occhio secco (Dry-Eye Disease) è una malattia multifattoriale della superficie oculare caratterizzata da una instabilità del film lacrimale spesso associata ad infiammazione ed alterazione delle strutture oculari e degli annessi (palpebre, ghiandole lacrimali, congiuntiva, cornea).
L’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità – ha definito l’occhio secco “uno tra i più ignorati e sottovalutati disturbi della società moderna.”
Si tratta, infatti, di una patologia molto diffusa con un importante impatto sulla qualità della vita delle persone. Approfondiamo il tema con la dottoressa Monica Ragazzini, oculista e referente dell’ambulatorio dell’Occhio Secco in Humanitas Mater Domini.
Quali sono i principali sintomi dell’occhio secco?
I sintomi più comuni sono:
- Annebbiamento visivo
- Arrossamento oculare
- Bruciore oculare
- Difficoltà di apertura delle palpebre, specialmente al risveglio
- Dolore (in alcuni casi)
- Fotofobia (fastidio alla luce)
- Sensazione di corpo estraneo
Quali sono le cause dell’occhio secco?
Le principali cause e fattori di rischio dell’occhio secco sono:
- Età: le ghiandole lacrimali, con il passare degli anni, perdono parte della loro funzionalità per atrofia, riducendo la produzione delle lacrime o producendo lacrime con composizione alterata.
- Menopausa: l’assetto ormonale, in particolare gli steroidi sessuali, influenza la superficie oculare durante l’intera vita in entrambi i sessi, con effetti mediati dalla presenza di specifici recettori per estrogeni ed androgeni a livello degli epiteli della superficie oculare e delle ghiandole di Meibomio (ghiandole sebacee ai bordi delle palpebre). La carenza ormonale nelle pazienti in menopausa si associa agli effetti dell’età nella patogenesi dell’occhio secco.
- Farmaci sistemici (per ipertensione arteriosa, diabete mellito, ipercolesterolemia, sindrome ansioso-depressiva ) e topici (per glaucoma)
- Fumo
- Smog e inquinamento
- Infezioni virali e batteriche (congiuntiviti)
- Interventi chirurgici oculari come la cataratta e la chirurgia refrattiva
- Patologie autoimmuni (artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, sclerodermia, sindrome di Sjögren)
- Patologie ed anomalie palpebrali (blefariti, patologie tiroidee, traumi palpebrali, paresi facciale)
- Utilizzo prolungato di computer, tablet e smartphone
- Utilizzo di lenti a contatto
- Allergie: le malattie allergiche oculari e l’occhio secco sono entità cliniche distinte, ma alcune caratteristiche sovrapposte suggeriscono una complessa interazione di meccanismi che coinvolgono i sistemi immunitario, endocrino e nervoso. In ciascuna, la congiuntiva è iperemica (più irrorata di sangue) o infiammata, l’epitelio corneale può essere danneggiato, i nervi corneali alterati e le ghiandole di Meibomio modificate.
- Eccessiva esposizione all’aria condizionata o all’aria calda
Quali sono le fasi necessarie per la diagnosi della Sindrome dell’occhio secco?
- Anamnesi: colloquio approfondito con il paziente per conoscere tutte le problematiche oculari e sistemiche.
- Test ed esami: nell’ambulatorio Occhio Secco di Humanitas Mater Domini, si esegue l’analisi della Superficie Oculare con lo strumento Tearcheck® che risulta essere affidabile, efficiente e consente di valutare il comfort visivo dei pazienti senza esami invasivi.
Attraverso il Tearcheck® si eseguono i seguenti esami:
– Questionario OSDI (valutazione dei sintomi)
– TFSE (studio qualitativo della lacrima)
– NIBUT (valutazione della stabilità del film lacrimale)
– Analisi delle ghiandole di Meibomio
– Demodex (visualizza la presenza di eventuali parassiti)
– OSIE (valutazione dello stato di infiammazione della superficie oculare)
– Misurazione del menisco lacrimale (studio quantitativo della lacrima)
– Valutazione rossore oculare
Segue poi:
– Esame alla lampada a fessura per la valutazione delle strutture oculari e degli annessi
– Colorazione con fluoresceina e verde Lisamina
– Test di Schirmer
– Infiamma dry: test rapido che identifica livelli elevati di MMP-9 (marker infiammatorio) - Diagnosi: la diagnosi di occhio secco viene eseguita da medico oculista con test sofisticati ed affidabili, evitando quindi auto diagnosi e cure fai da te. È proprio grazie ad un diagnostica d’avanguardia che si può identificare questa malattia già ai primi stadi, quando è ancora parzialmente occulta. L’approccio ad un paziente con occhio secco non si può limitare alla semplice prescrizione di un collirio, ma deve essere quanto più completo ed approfondito così da analizzare tutto lo “status” dell’individuo che ne è affetto.
- Terapia medica stabilita dallo specialista
In base al caso specifico, lo specialista può consigliare diverse tipologie di terapia, tra cui:
– Sostituti lacrimali senza conservanti
– Gel e pomate oftalmiche
– Colliri steroidei/antinfiammatori, antibiotici locali e/o sistemici
– Salviette e prodotti detergenti per il bordo palpebrale
– Mascherine per il trattamento a caldo del bordo palpebrale
– Farmaci immunomodulatori (come la ciclosporina) - Approfondimenti sistemici: richiesta di esami ematici/strumentali o consulenza con medici specialisti di altre branche per valutazione di patologie correlate.
Prevenzione e consigli per la Sindrome dell’occhio secco:
Per la prevenzione dell’occhio secco ci sono delle buone abitudini da tenere presenti, come ad esempio:
- Attenzione all’igiene delle palpebrale
- Effettuare impacchi caldo-umidi
- Evitare ambienti troppo secchi e scarsi di umidificazione
- Evitare l’esposizione diretta a sistemi di condizionamento ed aree molto ventilate o polverose
- Evitare l’uso di creme irritanti o altri prodotti fastidiosi, nella zona intorno all’occhio
- Idratarsi, bevendo almeno 1-1,5 litri di acqua fuori dai pasti
- Integrare la dieta con acidi grassi essenziali, vitamina B3, B6, B12
- Ridurre la visione di tv e l’utilizzo di smartphone, tablet e computer. È utile anche aumentare la frequenza di ammiccamento palpebrale e fare una pausa di 20 secondi ogni 20 minuti di uso di pc o tablet, focalizzando lo sguardo su un punto lontano.
- Evitare di fumare (concausa in quasi il 30% dei casi)
- Sospendere o limitare l’utilizzo di lenti a contatto
- Usare gli occhiali da sole in caso di forti esposizioni a raggi Uva o Uvb