La montagna è una delle mete ideali per sfuggire al caldo estivo spesso intollerabile in città. L’aria fresca e pulita, l’altitudine compresa tra i 1500 e i 2000 metri e il contatto con la natura garantiscono numerosi benefici sia al corpo che alla mente, soprattutto in persone che soffrono di allergie respiratorie o asma.
Tuttavia, per chi convive con la BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO), il soggiorno in montagna può comportare alcuni rischi che è bene considerare per evitare complicazioni importanti.
Approfondiamo l’argomento con il dottor Massimiliano Appodia, pneumologo in Humanitas Mater Domini.
Che cos’è la BPCO?
La BPCO è una patologia causata dal fumo di sigaretta e dall’inquinamento outdoor e indoor, ed è caratterizzata da alterazioni irreversibili del polmone (bronchite ed enfisema) e della funzionalità respiratoria (alterazioni della ventilazione polmonare e degli scambi gassosi), che causano sintomi come dispnea, tosse ed espettorato che possono aggravarsi (riacutizzazioni).
Se non adeguatamente trattata, la BPCO può evolvere in una insufficienza respiratoria cronica, cioè l’incapacità del polmone di garantire uno scambio gassoso normale con conseguente ipossiemia (bassi livelli di ossigeno nel sangue) e necessità di ossigenoterapia a lungo termine (LTOT).
Montagna e processo di acclimatazione
In montagna vi è una progressiva riduzione dell’ossigeno ambientale, cui l’organismo deve adattarsi innescando delle risposte di compenso (processo di acclimatazione). Questo si osserva a partire dai 1500/2000 metri e diventa più evidente a partire dai 2000/3000 metri.
L’acclimatamento è caratterizzato da risposte immediate, soprattutto a carico dell’apparato cardio-respiratorio, e da risposte più lente che richiedono qualche giorno di permanenza in quota.
Qualora il corpo non riuscisse ad adattarsi all’altitudine, specialmente a partire dai 2000/3000 metri, potrebbe manifestarsi il cosiddetto mal di montagna. Gli effetti dell’altitudine possono essere soggettivi e variare in base alla presenza di malattie croniche, come – appunto – la BPCO.
BPCO: quali sono gli effetti dell’altitudine?
Sono disponibili pochi studi riguardo gli effetti dell’altitudine sui pazienti con BPCO. L’esposizione a un ambiente ipossico (in cui la concentrazione di ossigeno è inferiore alla norma) potrebbe causare un peggioramento delle limitazioni della funzione respiratoria, determinando o aggravando l’ipossiemia (bassi livelli di ossigeno nel sangue) e quindi i sintomi respiratori. Più sarà elevata l’altitudine e prolungato il soggiorno in quota, più gravi risulteranno le conseguenze. I sintomi possono acutizzarsi ulteriormente durante la notte o durante l’attività fisica.
La BPCO può comportare ulteriori complicanze, che rappresentano un rischio in più ad alta quota, come ad esempio:
- Enfisema polmonare: molti pazienti affetti da BPCO presentano anche enfisema polmonare, ovvero una malattia cronica dei polmoni che provoca la distruzione degli alveoli (dove avviene lo scambio gassoso) con formazione di spazi aerei anormali (bolle) che possono variare di dimensione, da piccole a molto grandi. L’alta quota può portare alla rottura di queste bolle che, se situate vicino alla pleura (la membrana che avvolge i polmoni), possono causare un pneumotorace (aria nello spazio pleurico) e potenziale collasso del polmone.
- Aggravarsi di patologie cardiovascolari: insieme alla BPCO possono svilupparsi patologie di natura cardiovascolare concomitanti. I sintomi di queste patologie tendono ad aggravarsi con l’aumentare dell’altitudine.
- Ipertensione arteriosa polmonare: chi soffre di BPCO può risultare affetto da ipertensione arteriosa polmonare (aumento della pressione nelle arterie polmonari, che porta ad un aumento dello sforzo del ventricolo destro del cuore). La carenza di ossigeno ad alta quota può portare ad un peggioramento della patologia, aumentando il rischio di insorgenza di edema polmonare o insufficienza cardiaca.
BPCO: montagna sì o no? La risposta è “dipende”
Prima di pianificare un soggiorno in montagna è opportuno svolgere una visita pneumologica preventiva, clinica e strumentale, che valuti la funzionalità respiratoria (ventilazione polmonare e scambi gassosi) a riposo e sotto sforzo.
L’idoneità a soggiornare in montagna è una decisione che deve essere personalizzata e dipende da vari fattori: gravità della BPCO e della funzione respiratoria, presenza di malattie cardiovascolari e dell’insufficienza respiratoria, altitudine che si desidera raggiungere, altitudine di residenza, altitudine alla quale si dormirà, durata del soggiorno, modalità e velocità di salita in quota (funivia, auto, a piedi, ecc.), tipo e intensità dell’eventuale attività fisica prevista in altitudine.
Lo specialista pneumologo valuterà la condizione e le necessità del paziente e fornirà indicazioni personalizzate da adottare per garantire la sicurezza e il benessere del paziente.
Di norma, il paziente deve essere in condizioni stabili e non aver avuto riacutizzazioni da almeno quattro settimane. In generale, per i pazienti in assenza di ipossiemia e di importanti malattie cardiovascolari il soggiorno in montagna a bassa e moderata altitudine non dovrebbe presentare controindicazioni assolute; mentre, per i pazienti che presentano importanti alterazioni della funzionalità respiratoria con ipossiemia o insufficienza respiratoria in ossigenoterapia il soggiorno in montagna va analizzato caso per caso, attraverso una valutazione clinico-funzionale che deve tenere conto della gravità della BPCO, nonché del contesto del viaggio pianificato e della quota che si vuole raggiungere.
Fonti
- Medicina e Salute in Montagna. Cogo Annalisa. Editore HOEPLI 2015 (seconda edizione).
- Bloch KE et al. Clinician’s corner: counseling patients with chronic obstructive pulmonary disease traveling to high altitude. High Alt Med Biol 2023.
- Georges T et al. Effects of Altitude on Chronic Obstructive Pulmonary Disease Patients: Risks and Care. Life 2021.
- Holthof K et al. Underlying lung disease and exposure to terrestrial moderate and high altitude: personalised risk assessment. BMC Pulmonary Medicine 2022.
- Luks AM et al. Travel to high altitude with pre-existing lung disease. Eur Respir J 2007.