Semplici azioni quotidiane come allacciarsi le scarpe o sollevare la borsa della spesa possono causare dolore all’anca. Con l’avanzare dell’età, può essere comune sperimentare dolori o rigidità muscolari durante alcuni movimenti, sintomi che spesso si attribuiscono all’invecchiamento. In realtà alcuni di questi potrebbero essere legati all’artrosi dell’anca, anche detta coxartrosi.
Come si può curare l’artrosi all’anca? Esistono novità dal punto di vista chirurgico? Ne parliamo con il dottor Zerbinati Fabio, responsabile di Ortopedia e Traumatologia in Humanitas Mater Domini e ortopedico nei centri medici Humanitas Medical Care.
Coxartrosi o artrosi all’anca: quali sono le cause
La coxartrosi è una patologia degenerativa progressiva della cartilagine articolare. Le sue cause possono essere molteplici e includono:
- Alcune patologie infiammatorie
- Alterato rapporto articolare tra bacino e femore
- Eccessivo sforzo fisico da attività sportive o lavorative
- Obesità
- Predisposizione genetica
- Sedentarietà
- Traumi
Il dolore associato alla coxartrosi può manifestarsi non solo nell’area dell’anca, ma anche come dolore inguinale. A volte, il dolore può irradiarsi al ginocchio, anche se quest’ultimo non presenta patologie specifiche.
Quando l’artrosi dell’anca limita significativamente la mobilità e la funzionalità, rendendo difficoltoso compiere movimenti come piegarsi in avanti, è consigliabile consultare un ortopedico per una valutazione dettagliata dell’articolazione.
La coxartrosi è una condizione complessa influenzata da diversi fattori, e il suo trattamento richiede un approccio personalizzato che tenga conto delle specifiche esigenze del paziente.
Artrosi all’anca: percorsi terapeutici
L’usura e la degenerazione della cartilagine dell’anca possono provocare dolore durante movimenti come la flessione dell’articolazione oltre i 90 gradi, per esempio durante l’atto di allacciarsi le scarpe o guidare. Per contrastare la progressione dell’artrosi dell’anca, sia nelle fasi iniziali che avanzate, è fondamentale adottare un approccio terapeutico completo e mirato.
Dopo una valutazione ortopedica accurata e l’esecuzione di esami diagnostici come radiografia e risonanza magnetica, è possibile mettere in atto alcuni percorsi terapeutici che possono contemplare:
- Riposo: un periodo di riposo può essere consigliato per ridurre il carico sull’articolazione e favorire il recupero.
- Fisioterapia: un programma di esercizi fisioterapici mirati può migliorare la mobilità, la forza muscolare e la flessibilità dell’anca, contribuendo così a ridurre il dolore e migliorare la funzionalità articolare.
- Farmaci antidolorifici e antinfiammatori: l’assunzione di questo tipo di farmaci può essere indicato per alleviare il dolore e ridurre l’infiammazione associata all’artrosi dell’anca.
- Infiltrazioni ecoguidate: questa procedura prevede l’iniezione di farmaci direttamente nell’articolazione dell’anca sotto guida ecografica, al fine di ridurre il dolore e l’infiammazione.
- Terapie biologiche con cellule mesenchimali: questo approccio terapeutico sfrutta il potenziale delle cellule mesenchimali per ridurre il dolore, l’infiammazione e promuovere la rigenerazione dei tessuti danneggiati.
Chirurgia protesica per l’impianto di una protesi d’anca
Quando le terapie conservative non sono più in grado di contrastare il dolore e la difficoltà di movimento, diventa necessario ricorrere alla chirurgia protesica, quindi all’impianto di una protesi all’anca.
La scelta del trattamento più appropriato dipende dalla valutazione del chirurgo ortopedico e dalle specifiche esigenze del/della paziente.
In Humanitas Mater Domini l’intervento di protesi d’anca si esegue con tecniche chirurgiche innovative, tra cui:
- Accesso mininvasivo anteriore (AMIS): la tecnica si esegue con accesso anteriore attraverso un approccio mininvasivo innovativo. La protesi d’anca viene impiantata con una mini-incisione longitudinale sul lato anteriore della coscia.
- Tecnica AMIS con incisione bikini, per rendere ancora meno visibile la cicatrice. La protesi viene impiantata attraverso un’incisione obliqua che può essere facilmente nascosta dal costume o dagli slip.
- Tecnica AMIS bilaterale, utilizzata per l’intervento di entrambe le anche nella stessa operazione.
- Uso di Navigazione computerizzata per rendere ancora piu’ preciso e specifico l’intervento
Robotica e intelligenza artificiale per interventi ancora più precisi
Durante l’intervento di protesi d’anca, in Humanitas Mater Domini il chirurgo ortopedico può essere affiancato da un sistema di navigazione computerizzato che permette di personalizzare gli interventi. Questa tecnica viene utilizzata in tutti i casi di primo impianto protesico ma non nei casi di revisione di protesi. Attraverso questo software avanzato è possibile realizzare impianti di protesi d’anca altamente personalizzati, garantendo un recupero più rapido ed efficace.
La navigazione computerizzata e le tecniche mininvasive insieme garantiscono un impianto su misura, che rispetta l’anatomia del paziente e ottimizza i parametri articolari e muscolari. L’impianto personalizzato con estrema precisione rende il/la paziente confidente con la nuova articolazione in tempi rapidi ed evita alterazioni posturali che potrebbero sovraccaricare altre articolazioni. In più, le tecniche mininvasive evitano traumatismi o lesioni tendinee: questo permette una mobilizzazione precoce, senza dolore e senza dovere attendere la cicatrizzazione completa dei tessuti. L’integrazione tra tecnologia e competenza chirurgica riduce i rischi post-operatori (come lussazioni o instabilità), migliora la forza e la stabilità muscolare, aumenta la durata dell’impianto e favorisce un miglior adattamento alla protesi.
