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Chirurgia protesica dell’anca


Quando è necessaria la protesi all’anca?

L’impianto di protesi d’anca è una procedura molto diffusa che, negli ultimi anni, si è evoluta sia nella tecnica chirurgica sia nei materiali utilizzati. La chirurgia protesica dell’anca permette di intervenire nei casi più avanzati di degenerazione dell’articolazione dovuta principalmente all’evolversi dell’artrosi.

La necessità dell’intervento viene valutata dal chirurgo ortopedico a seguito della visita specialistica ed esami di approfondimento.

L’intervento per la protesi all’anca

Prima dell’intervento, sulla base della valutazione della radiografia all’articolazione, lo specialista ortopedico esegue la pianificazione preoperatoria. È in questa fase che viene definita la protesi più adatta.

L’individuazione della protesi dipende dalla morfologia dell’anca, dall’età e dalla patologia del paziente (artrosi o coxartrosiartrite reumatoide, frattura).

L’artroprotesi d’anca, ossia la sostituzione totale dell’articolazione con una protesi artificiale, è costituita da diversi componenti: stelo femorale, testina protesica, inserto e cotile.

Infografica - Protesi anca

L’operazione all’anca viene eseguita normalmente in anestesia peridurale (ossia loco-regionale) ma, a seconda del singolo caso, l’anestesista valuta la soluzione più adatta.

In Humanitas Mater Domini l’intervento di protesi d’anca viene eseguito con il sistema di navigazione computerizzato, una tecnologia che potenzia la precisione chirurgica e mostra in anticipo l’esito dell’intervento. Questa tecnologia è stata studiata per rendere ancor più efficiente l’accesso mininvasivo anteriore, ossia una tecnica chirurgica eseguita ancora in pochi centri ortopedici in Italia che si caratterizza per un approccio mininvasivo e piccolo taglio cutaneo. Oltre a ridurre le dimensioni delle cicatrici, l’accesso mininvasivo anteriore permette di limitare al massimo l’impatto sui muscoli. In alcuni casi particolari, il chirurgo può valutare anche altre vie di accesso.

L’intervento è seguito da una breve degenza in ospedale (in media 6/10 gg) e, a partire dal giorno seguente l’operazione, il paziente torna a camminare.

Sistema di navigazione computerizzato

Grazie all’algoritmo di calcolo di cui è dotata, questa tecnologia restituisce al chirurgo ortopedico dati oggettivi sulle dimensioni e sull’orientamento che le componenti protesiche dovranno rispettare per garantire un impianto estremamente personalizzato sull’anatomia del paziente. 

Attraverso l’integrazione delle immagini dell’articolazione acquisite nelle fasi pre e intraoperatorie, il sistema di navigazione computerizzato permette allo specialista di studiare con maggior precisione la morfologia del paziente, identificare le componenti protesiche più adeguate e vedere in anticipo l’esito dell’intervento. Il tutto senza inserire sul bacino e sulla gamba tracker metallici caratteristici, invece, dei sistemi di navigazione tradizionali.

La precisione del chirurgo ortopedico viene potenziata dalla tecnologia, traducendosi in diversi vantaggi per il paziente:

  • Riduzione del rischio – già raro – di lussazione post-operatoria
  • Maggior stabilità muscolare
  • Aumento della durata dell’impianto.
  • Migliore confidenza
  • Più preciso controllo delle lunghezze degli arti

Leggi di più: Un navigatore computerizzato per la protesi d’anca: interventi personalizzati nell’ordine del millimetro

Accesso mininvasivo anteriore

Questa tecnica permette di inserire la protesi attraverso un taglio dalle ridotte dimensione (6-9 cm eseguito longitudinalmente sul lato frontale della coscia.

A differenza di quella tradizionale (ossia l’accesso posturo-laterale), la tecnica con accesso anteriore permette al chirurgo di posizionare la protesi senza sezionare nessun muscolo o tendine, con importanti vantaggi per il paziente:

  • Maggior stabilità dell’impianto
  • Ridotte perdite di sangue
  • Riduzione del dolore post-operatorio
  • Rapido abbandono delle stampelle
  • Riabilitazione in tempi brevi
  • Veloce ripresa delle attività giornaliere
  • Oltre all’uso delle stampelle, non sono necessarie ulteriori tutele postoperatorie (alza water, cuscini di supporto)

Leggi di più: Accesso mininvasivo anteriore: per un risparmio di muscoli e tendini

La tecnica bikini, per rendere ancora meno visibile la cicatrice

Oltre all’attenzione al beneficio fisico del paziente, oggi le tecniche chirurgiche si sono innovate per soddisfare anche le esigenze estetiche, un aspetto importante che tal volta può avere ricadute sul lato psicologico della persona. In passato, infatti, un intervento di protesi lasciava cicatrici molto evidenti.

Per questo motivo, la tecnica con accesso anteriore viene eseguita anche con la variante “Bikini incision”. In questo caso, l’incisione viene eseguita obliquamente (e non longitudinalmente), ripercorrendo la naturale piega dell’inguine. In questo modo, la cicatrice potrà essere facilmente nascosta con gli slip o il costume.

Questa tecnica può essere eseguita solo nel caso in cui non ci siano condizioni di sovrappeso o obesità.

L’intervento bilaterale per le protesi d’anca

in Humanitas Mater Domini, la tecnica con accesso anteriore, anche con la variante “Bikini incision”, può essere eseguita su entrambe le articolazioni nel corso dello stesso intervento chirurgico, solo a seguito della valutazione specialistica che confermi l’idoneità del paziente Questo intervento, oltre ai vantaggi elencati precedentemente, assicura al paziente:

  • minor stress fisico emotivo (un solo intervento chirurgico, una sola anestesia, un solo ricovero e percorso riabilitativo)
  • precoce ritorno alla vita quotidiana (diversamente, si sarebbe prolungato nell’attesa di un secondo intervento)

Maggiori informazioni, a voce degli specialisti