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Claritromicina

Che cos’è la Claritromicina?

La claritromicina è un antibiotico appartenente alla categoria dei macrolidi; quest’ultimi costituiscono una grande famiglia di prodotti naturali, molti dei quali manifestano attività antibiotica.

I macrolidi sono  molecole che agiscono interferendo con la sintesi proteica del microrganismo patogeno (esercitata tramite il legame alla subunità ribosomiale 50S, che impedisce all’enzima peptidiltransferasi di determinare l’allungamento della catena polipeptidica nascente) e comportando, conseguentemente, il blocco della crescita  – e della moltiplicazione  – del microbo.  Gli antibiotici macrolidi hanno di solito un’azione batteriostatica, ma – se somministrati ad alto dosaggio – divengono anche battericidi.

A cosa serve la Claritromicina?

Si utilizza per fronteggiare diversi tipi di infezioni:

  • infezioni delle vie aeree superiori (infezioni della gola e sinusali) e inferiori (bronchiti e polmoniti);
  • infezioni di cute e annessi di gravità lieve-moderata.

Come si assume la Claritromicina?

Viene somministrata per via orale (sotto forma di compresse, capsule o sospensione orale) oppure per via parenterale (polvere e solvente per iniezioni endovenose o intramuscolari). La durata della cura varia a seconda del tipo di infezione  e può oscillare da pochi giorni a due settimane.

Effetti collaterali della Claritromicina

Tra gli effetti indesiderati, già riconosciuti a livello scientifico, vanno evidenziati:

  • disturbi gastrointestinali: scariche di diarrea, senso di nausea, conati di vomito, dispepsia, dolori all’addome, stomatite, glossite, alterazioni del gusto;
  • disturbi cardiovascolari (più rari): aritmia, tachicardia, prolungamento dell’intervallo QT;
  • disturbi del sistema nervoso centrale: cefalea;
  • anomalie nella funzionalità epatica: aumento delle transaminasi (reversibile);
  • disturbi dermatologici: rash cutaneo, edema, orticaria, sindrome di Stevens-Johnson;
  • nel caso di iniezioni, si possono riscontrare dolore e tumefazione nella zona  di inoculazione del farmaco.

Controindicazioni e avvertenze associati all’uso della Claritromicina

Ne è sconsigliata la somministrazione nei confronti di pazienti con nota ipersensibilità alla Claritromicina, ad altri antibiotici macrolidi o ad altri componenti ed eccipienti.

Non deve inoltre essere impiegata nei soggetti che soffrono di ipokaliemia (rischio di prolungamento dell’intervallo QT) o di grave insufficienza epatica in associazione con insufficienza renale e nei confronti di pazienti già sofferenti di prolungamento dell’intervallo QT, o tachicardia ventricolare. Particolare cautela deve essere posta nel prescrivere il farmaco a soggetti che soffrono di disfunzioni al fegato o ai reni.

Poiché la sicurezza del suo uso in gravidanza non è stata ancora stabilita, l’impiego del farmaco in tale fase non è raccomandato a meno che i benefici non siano superiori ai rischi. Atteso che la Claritromicina è stata riscontrata nel latte umano, è opportuno non assumerla durante l’allattamento o quanto meno sospendere quest’ultimo nel caso in cui si renda assolutamente indispensabile per la madre una terapia a base di Claritromicina.

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