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Tumore della prostata


Cos’è la prostata?

La prostata è una ghiandola presente solo negli uomini, che ha il compito principale di produrre e immagazzinare il liquido seminale rilasciato durante l’eiaculazione. È situata davanti al retto, al di sotto della vescica, e avvolge l’uretra, il piccolo canale deputato al trasporto dell’urina.

Che cos’è il tumore della prostata?

Il tumore alla prostata è uno dei più comuni tra gli uomini e il rischio è direttamente correlato all’età: se a 50 anni circa 1 uomo su 4 presenta cellule cancerose nella prostata, a 80 anni questa condizione riguarda 1 uomo su 2.

Un ingrossamento di questa ghiandola (che in condizioni normali ha le dimensioni di una noce) non è necessariamente indice della presenza di un tumore: si può infatti avere una proliferazione fisiologica del tutto benigna e, anche in caso di presenza di cellule maligne, la crescita può essere così lenta da non costituire un pericolo. Il tumore della prostata può crescere senza diffondersi al di fuori della ghiandola, ma nelle forme più aggressive, le cellule malate invadono rapidamente i tessuti circostanti e si diffondono anche ad altri organi.

Quali sono i fattori di rischio del tumore della prostata?

I fattori che possono aumentare il rischio di tumore alla prostata sono:

  • età, il tumore della prostata è più comune dopo i 65 anni
  • etnia, gli uomini di etnia nera sono più a rischio degli altri, anche se le cause di questa differenza sono sconosciute
  • familiarità
  • obesità
  • dieta ricca di grassi saturi

Quali sono i sintomi del tumore della prostata?

Agli stadi iniziali il tumore della prostata è spesso asintomatico perché nasce da una porzione periferica della ghiandola. La maggior parte dei tumori è diagnosticato in fase avanzata. È consigliato, quindi, definire un programma di screening per controllare periodicamente lo stato di salute della prostata e diagnosticare in modo precoce l’eventuale neoplasia.

Quali possono essere le conseguenze per il tumore della prostata?

Spesso si può presentare del sangue nelle urine o nello sperma. Altre conseguenze possono essere la difficoltà o il dolore ad urinare (spesso nell’iniziare), urgenza di urinare spesso e sensazione di non riuscire a urinare in modo completo.

Tumore della prostata e ipertrofia prostatica benigna (IPB): quali le differenze?

É fondamentale distinguere il tumore prostatico, neoplasia maligna, dall’ipertrofia prostatica benigna (IPB), un ingrossamento della prostata determinante, in alcuni casi, disturbi della minzione, aumento della sua frequenza e incontinenza. Lo sviluppo e l’ingrossamento della ghiandola prostatica (IPB), che ha inizio in fase post puberale (a partire dai 14 anni) e prosegue nell’arco dell’età adulta, solo in alcuni casi si associa allo sviluppo del tumore.

La Prevenzione nel tumore della prostata

Il tumore alla prostata si può prevenire?

Controllare il peso e limitare il consumo di grassi, soprattutto di quelli saturi (carni grasse di origine animale e formaggi) costituisce la sola forma di prevenzione di questo tumore.

Una diagnosi precoce può essere effettuata attraverso la misurazione del PSA, un antigene prostatico specifico, con una semplice analisi del sangue da effettuare regolarmente dopo i 50 anni di età.

La Diagnosi del Tumore della prostata

Quali esami sono necessari per la diagnosi e screening del tumore della prostata

Oggigiorno la maggior parte dei tumori della prostata vengono scoperti in fase preclinica, cioè in assenza di sintomi, grazie al diffondersi dei controlli urologici quali l’esplorazione rettale ed il PSA, i quali rivelano la necessità di eseguire biopsie diagnostiche.

Così facendo è possibile diagnosticare tumori ancora localizzati alla ghiandola, non metastatici, che possono quindi essere curati. Viceversa l’attesa di sintomatologia clinica porta alla diagnosi di tumori già diffusi al di fuori della ghiandola, metastatici, che non possono essere guariti con le terapie loco-regionali.

Esplorazione Rettale per il tumore della prostata

Il medico, dopo aver indossato un guanto lubrificato, introduce delicatamente un dito nel retto del paziente per palpare la parete posteriore della ghiandola prostatica. Circa il 70% dei tumori si sviluppano nella zona periferica della prostata e, in alcuni casi, sono rilevabili come noduli.

Esame del PSA (Antigene Prostatico Specifico)

Consiste in un prelievo di sangue allo scopo di verificare il livello ematico di PSA, una sostanza prodotta dalla ghiandola prostatica che è componente essenziale del liquido seminale. Una piccola quantità di PSA anziché essere escreta nel liquido seminale, passa nel sangue ed entra in circolo: questa quantità è generalmente bassa e viene rilevata con un prelievo. Quando la prostata va incontro ad alterazioni patologiche (prostatite, IPB, tumore) la quantità di PSA che entra in circolo è maggiore, quindi si diagnosticano livelli di PSA elevati. Livelli elevati di PSA o livelli crescenti nel tempo potrebbero indicare una prostatite, un’ipertrofia prostatica o un tumore della prostata.

Biopsia alla Prostata

In presenza di un sospetto clinico (palpatorio) o biochimico (PSA elevato) il medico può raccomandare una biopsia prostatica multipla per via transrettale, in anestesia locale, mediante centratura ecografica. L’esame consiste in un numero variabile di prelievi di piccoli campioni di tessuto da aree diverse della prostata. Il tessuto viene poi analizzato al microscopio per accertare la presenza di cellule neoplastiche. La biopsia è un esame generalmente ambulatoriale che non richiede il ricovero ospedaliero.

In Humanitas Mater Domini è disponibile la Fusion Biopsy, nuova tecnica che costituisce un grande passo in avanti nella diagnosi del trattamento prostatico. Consente di registrare una mappa tridimensionale delle biopsie eseguite e permette così di ricostruire con precisione la localizzazione e il volume del tumore.

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Grado di aggressività e stadiazione

Le biopsie vengono sottoposte ad esame istologico al microscopio. Se vengono rilevate cellule neoplastiche, il medico anatomopatologo provvede a stabilire l’estensione del tumore nel tessuto. Dall’esame istologico si rilevano quindi le quantità di tumore (percentuale di tessuto con tumore rilevato nei campioni prelevati) e il grado istologico, generalmente rappresentato come score di Gleason (=somma o punteggio) dei due gradi più rappresentati nei campioni.

Sulla base di grado istologico, quantità di tumore nelle biopsie e PSA si possono formulare delle probabilità di malattia organo-confinata, quindi curabile e guaribile, o viceversa di malattia diffusa, metastatica, da trattare quindi in modo palliativo.

In caso di probabilità di malattia diffusa sistemica possono rendersi necessari altri esami ematici o radiologici.

Radiografia del Torace

Benché meno del 5% dei tumori prostatici si diffonda ai polmoni, in fase preoperatoria è necessario eseguire una RX del torace.

Risonanza Magnetica pelvi

É utilizzata in casi specifici per valutare la presenza di malattia nell’osso e nelle parti molli e non richiede l’impiego di radiazioni.

TAC (Tomografia Assiale Computerizzata)

La TAC è per lo più utile in associazione con altri esami. Può mostrare i linfonodi patologici nella pelvi e nell’addome, dove il tumore prostatico tende a diffondersi. Tuttavia l’esame non è abbastanza sensibile per rilevare cellule tumorali singole o microscopiche nei linfonodi. Al momento, la TAC non fornisce informazioni sufficientemente attendibili sullo stato della prostata o sullo stadio del tumore, e trova indicazione solo in casi selezionati.

Scintigrafia ossea: è una procedura diagnostica utile per valutare la diffusione del tumore alle ossa. Trova indicazione per valori di PSA superiori a 20 ng/ml.

PET con colina

É una moderna metodica che utilizza un radiofarmaco specifico. Attualmente è l’esame con la più elevata accuratezza diagnostica per la valutazione della diffusione della malattia e, in particolare, per la rivalutazione in caso di recidiva biochimica. La PET viene eseguita presso gli ospedali del Gruppo: Istituto Clinico Humanitas a Rozzano.

Trattamenti e cura del tumore della prostata

Una volta confermata la diagnosi di tumore alla prostata e ipotizzata la probabilità di malattia confinata all’organo sulla base di quantità di tumore, Score di Gleason e PSA, l’urologo discute le opzioni terapeutiche con il paziente. Gli approcci terapeutici per il tumore della prostata e organo confinato variano dalla sorveglianza attiva, alla radioterapia fino all’intervento di asportazione della prostata (prostatectomia radicale) a seconda di quantità di tumore, grado istologico, PSA, età e condizioni generali del paziente.

Quando viceversa la malattia è metastatica, cioè uscita dalla prostata si discuteranno con il paziente le ipotesi terapeutiche, tra cui: vigile attesa della comparsa di sintomi, ormonoterapia o chemioterapia. Anche in questo caso la scelta del trattamento dipende da fattori quali il livello del PSA, la positività alle immagini di malattia estesa, l’età e il lo stato di salute generale.

Trattamenti chirurgici del tumore della prostata

In Humanitas Mater Domini è presenteda Vinci X, il primo robot chirurgico di questo modello installato in Lombardia, il secondo in Italia. Con il Robot “da Vinci”, l’équipe di Urologia esegue interventi di complessità crescente: la robotica consente il trattamento del tumore della prostata, del tumore al rene di patologie ostruttive o malformative dell’uretere ed il trattamento, in casi selezionati, di patologie pelviche.